84
L. m
aGanzani
, Ripae fluminis e dissesti idrogeologici
[pp. 61-84]
solitum, praedia eius depopulari), si forte aggeres vel quam aliam munitio-
nem adhibuit, ut agrum suum tueretur eaque res cursum fluminis ad aliquid
immutavit, cur ei non consulatur? Plerosque scio prorsus flumina avertisse
alveosque mutasse, dum praediis suis consulunt. Oportet enim in huiusmodi
rebus utilitatem et tutelam facientis spectari, sine iniuria utique accolarum.
al divieto di atti o immissioni sulla riva o sul fiume che ne alterino
il regolare deflusso (rispetto a quello riscontrato nella precedente estate)
è possibile derogare nel caso di interventi privati che rispondano anche
all’interesse generale. così, nel caso di un fiume gravemente dannoso
all’intera comunità, un intervento privato di munitio riparum che abbia
l’effetto di deviarne il flusso
64
non sarà colpito dalla previsione inter-
dittale se si rivela rispondente all’interesse collettivo o comunque non
provoca danni a terzi
65
: in questioni di tal genere, infatti, le regole giuri-
diche vanno modulate sugli interessi concreti che sono volte a tutelare.
lauretta maganzani
64
deviazioni private dell’acqua dei fiumi attraverso la realizzazione di semplici in-
cilia sono documentate sia dalle fonti letterarie (ovid., am. ii.16.34-35) e giuridiche
(d.43.21.4-5), che dalle scoperte archeologiche: così, ad esempio, “strutture con pali di
legno e frascame, … con funzione di rudimentali incilia si possono ancora incontrare lungo
il sagittario tra sulmona e pratola peligna”: e. m
attiocco
, F. v
an
W
onterGhem
,
Sistemi
irrigui cit., p. 201 e nt. 28.
65
diversamente può esercitare l’actio aquae arcendae il vicino danneggiato dalla devia-
zione di un
flumen torrens corrente su
fondo altrui: d. 39.3.2.9 (paul. 49
ad ed.).
3.2
acquedotti e infrastrutture idrauliche
nella roma dei cesari:
aspetti e problemi di diritto pubblico e privato
*
com’è noto, la letteratura antichistica vanta un grande numero di
opere generali sugli acquedotti di roma antica nonchè di studi specifici
su singoli documenti o reperti: l’interesse per la materia è giustificato
dalla maestosità delle strutture monumentali, dal numero e dalla ri-
levanza delle sopravvivenze archeologiche e dalla quantità di notizie
tramandate dalle fonti epigrafiche e soprattutto letterarie sulle caratte-
ristiche funzionali delle reti idriche cittadine e la relativa organizzazione
amministrativa: si pensi al De aquaeductu urbis Romae, opera forse uni-
ca nel suo genere, redatta da sesto giulio Frontino fra il 97 e il 98 d.c.
come vademecum introduttivo alla sua carica di curator aquarum affi-
datagli da nerva. nondimeno, una ricognizione sommaria delle fonti
relative alla regolamentazione dei condotti d’acqua pubblica dal caput
aquae alla sua destinazione finale può essere utile a radunare notizie
disperse e a fare il punto su un tema discusso
1
. inoltre un approccio
*
il testo riproduce la relazione presentata nel convegno “la città e le reti” organizzato
dall’associazione italiana di storia Urbana” (aisU) presso il politecnico di milano il 19-21 feb-
braio 2009. È stato già pubblicato in ius. rivista di scienze giuridiche 57 (2010), 195-201.
1
la letteratura sul tema è ampia: mi limito qui a citare qualche contributo fondamentale
ove è possibile reperire altra bibliografia: aavv,
Vers une gestion intégrée de l’eau dans l’empire
romain: actes du colloque international, a c. di e. hermon, roma, 2008; a.d. b
ianco
,
Aqua
ducta, aqua distributa: la gestione delle risorse idriche in età romana, torino, 2007; m. P
eachin
,
Frontinus and the ‘curae’ of the ‘curator aquarum’, stuttgart, 2004; aavv,
Acque per l’utilitas, la
salubritas, l’amoenitas, a c. di m.v. antico gallina, milano, 2004 J.m. a
Lburquerque
, La pro-
tección o defensa del uso colectivo de las cosas de dominio público: Especial referencia a los interdictos
de publicis locis (loca, itinere, viae, fulmina, ripae), madrid, 2002; aavv, Handbook of ancient
water technology, a c. di Ö Wikander, leiden - Boston - Köln, 2000; r. t
ayLor
,
Public needs
and private pleasures: water distribution, the Tiber and urban development of ancient Rome, roma,
85
86
L. m
aGanzani
, acquedotti e infrastrutture idrauliche
[pp. 85-92]
tipicamente tecnico-giuridico alla regolamentazione amministrativa
degli acquedotti romani può servire a focalizzare l’attenzione sia sulle
sue implicazioni privatistiche - tema in letteratura piuttosto negletto -
sia sulle sue possibili ricadute sui privati, siano essi possidenti di fondi
limitrofi alla rete idrica o concessionari dello ius aquae
2
. si noterà fra
l’altro come alcuni frammenti del digesto giustinianeo, pur di parti-
colare interesse per la materia in esame, siano stati in genere tralasciati
dalla dottrina sul tema.
com’è noto, sin dalla prima età imperiale, l’intera gestione degli ac-
quedotti di roma – dalla costruzione e manutenzione, all’erogazione e
distribuzione di acqua, al controllo di eventuali abusi – era passata dalle
magistrature repubblicane cui precedentemente competeva (censori,
edili, questori) alla cd. cura aquarum, struttura amministrativa gerar-
chizzata, dominata da un curator di rango consolare, e dotata, per i la-
vori sui condotti, di ampie maestranze specializzate. ad essa competeva
la supervisione dell’intera rete idrica, dal cd. caput aquae – una sorgente
superficiale o sotterranea o più di rado un fiume o un lago – ai luoghi
della sua destinazione finale – fontane pubbliche (cd. salientes), bacini
(lacus), stabilimenti termali, lavanderie, domus private.
come l’acqua, una volta captata per iniziativa statale, diveniva res
publica populi romani (e come tale disciplinata da leges pubbliche o
fonti equiparate come costituzioni imperiali o senatoconsulti), così la
maggioranza delle infrastrutture idrauliche componenti l’acquedotto,
comprese fra il caput aquae e la sua destinazione finale, erano giuridi-
camente res publicae: si pensi all’incile e ai septa, impianti adiacenti al
fiume e funzionali alla raccolta dell’acqua e alla sua derivazione, ai rivi e
agli specus, condotti superficiali e sotterranei destinati al suo trasporto,
ai lacus, bacini di decantazione per pulirla dai detriti, ai castella, ampi
2000; K. G
eissLer
,
Die öffentiliche Wasserversorgung im römischen Recht, Berlin, 1998; h.B.
e
vans
,
Water distribution in ancient Rome.
The Evidence of Frontinus, ann arbour, 1994; ch.
b
ruun
,
The water supply of Ancient Rome. A study of Roman Imperial Administration, helsinki,
1991; r. L
anciani
, Le acque e gli acquedotti di Roma antica, roma, 1975.
2
sul punto, già l. m
aGanzani
, L’approvvigionamento idrico degli edifici urbani nei testi della
giurisprudenza classica: contributi giuridici alle ricerche sugli acquedotti di Roma antica, acque per
l’utilitas, la salubritas la moenitas cit., p. 185 seg. = minima epigraphica et papyrologica i, 2004,
pp.167 ss.