Guerra, impero, rivoluzione: Russia, 1914-1917
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più ricco e articolato di quanto avvenne tra il Febbraio e l’Ottobre 1917:
lo testi-
moniano i lavori di Svetlana Rudneva sulla Conferenza democratica del settem-
bre 1917
260
e sul Consiglio provvisorio della Repubblica russa (
Predparlament),
organo consultivo temporaneo istituito il 7 ottobre in vista della futura Assem-
blea Costituente
261
, e le ricerche su riforme amministrative e parlamentarismo
nel 1917 di Andrej Nikolaev, molto stimato dalla comunità degli storici russi per
la monografia sul tema delle scaturigini del Governo Provvisorio dal Comitato
temporaneo dei deputati della
quarta Duma
262
. Di Nikolaev è stato apprezzato
anche l’intenso lavoro scientifico-organizzativo svolto nel corso degli anni come
titolare della cattedra di Storia russa presso la facoltà di Scienze sociali dell’Uni-
versità pedagogica di San Pietroburgo, un lavoro che ha reso possibile, a partire
dal 2008, lo svolgimento di convegni annuali sul tema
La rivoluzione del 1917 in
Russia: nuovi approcci e visioni
263
.
VII.8.
Storicamente (in)evitabile? Necessità e contingenza nell’interpretazione
del 1917
In occasione del centenario l’ex-diplomatico britannico
Tony Brenton ha cu-
rato un’iniziativa editoriale di stampo divulgativo che ha coinvolto specialisti
autorevoli come Lieven, Orlando Figes e Richard Pipes: gli autori, sollecitati a
praticare l’esercizio controfattuale, hanno ricostruito alcuni snodi cruciali della
storia della rivoluzione russa interrogandosi sull’inevitabilità
di quanto accaduto
e sulle possibili alternative
264
. Nelle intenzioni del curatore
Historically Inevitable?
260
S. Rudneva,
Demokratičeskoe soveščanie, sentjabr’ 1917: istorija foruma, Moskva, Nauka,
2000.
261
S. Rudneva,
Predparlament. Oktjabr’ 1917. Opyt istoričeskoj rekonstrukcii, Moskva, Nauka,
2006.
262
A. Nikolaev,
Revoljucija i vlast’: IV gosudarstvennaja Duma. 27 fevralja-3 marta 1917, San-
kt-Peterburg, Izd. RGPU, 2005. Cfr. anche E. Gavroeva,
M.V. Rodzjanko i Vremennoe Pravi-
tel’stvo: vopros o kommissarach Vremennogo Komiteta Gosudarstvennoj Dumy, in «Izvestija RGPU.
Istorija», CLXXVIII, 2015, pp. 29-34.
263
I volumi collettanei che raccolgono gli atti sono pubblicati a cura di Nikolaev nell’anno
successivo al convegno
: Revoljucija 1917 goda v Rossii, cit., 2009, 2010, 2011, 2012, 2013, 2014,
2015.
264
Historically Inevitable? Turning Points of the Russian Revolution, a cura di T. Brenton, Lon-
don, Profile Books, 2016.
Capitolo VII. A cent’anni dalla Rivoluzione russa
367
intende pagare un tributo alle «molte, molte vittime» interrogandosi sull’esisten-
za di alternative praticabili alla strada effettivamente percorsa dalla storia
265
.
Brenton dichiara di voler lasciare spazio al giudizio del lettore, ma la risposta che
suggerisce sembra chiara: tramontato l’
appeal delle «grandi teorie dell’inevitabili-
tà storica», la storia della rivoluzione russa si rivela essere il prodotto ironicamente
tragico della discrepanza tra intenzioni e realtà nel
peculiare contesto storico
russo, connotato da profondissime fratture sociali e da un’irresistibile pulsione
autoritaria. Nell’epigrafe e nella pagina conclusiva del libro Brenton cita le celebri
parole di Puškin, divenute nel periodo post-sovietico spunto interpretativo per
un filone di studi sulla rivoluzione incentrato sul tema della violenza irrazionale:
«La rivolta russa: insensata e spietata»
266
.
La Fitzpatrick ha criticamente rilevato che molti dei testi pubblicati in oc-
casione del centenario mostrano sollecitudine nell’enfatizzare il tema della non
inevitabilità della rivoluzione. Il riferimento non è solo al libro curato da Brenton
ma anche al già menzionato lavoro di Smith: «non vi era nulla di predeterminato
riguardo al collasso dell’autocrazia zarista e neanche del Governo provvisorio»
267
,
scrive l’autore, dal momento che dopo il 1905, «benchè la società rimanesse pro-
fondamente
instabile, la Russia stava allontanandosi dalla rivoluzione», e fu lo
scoppio della Prima guerra mondiale a pregiudicare le «possibilità di sopravviven-
za» del regime, le cui sorti furono comunque decise in ultima analisi dalle scelte
fatali dello zar, incapace «di adattarsi alle nuove realtà politiche e sociali»
268
. Per
lo storico britannico «ciò che segnò le sorti della democrazia fu la decisione del
Governo provvisorio di continuare la guerra»: anche nel caso dell’Ottobre dun-
que «non vi era nulla di predeterminato»
269
. Smith non intende però ridimensio-
265
L’associazione
Memorial, istituita per commemorare le vittime delle repressioni sovietiche,
ha organizzato in occasione del centenario una mostra intitolata
I primi (Pervye), dedicata a
ritratti e biografie di cinquanta persone che sono state vittime del potere bolscevico nel periodo
compreso tra l’Ottobre 1917 e la convocazione e scioglimento dell’Assemblea Costituente ai
primi di gennaio del 1918. L’intento dell’iniziativa, secondo quanto afferma il curatore della
mostra
Boris Belenkin, è illustrare come «tutto ciò che verrà dopo», dal terrore della guerra civile
alla repressione del dissenso negli anni Settanta, fosse «racchiuso e programmato già nei primi
giorni e settimane del potere sovietico».
266
Cfr. ad esempio V. Kaniščev,
Russkij bunt: bessmyslennyj i bespoščadnyj: pogromnoe dviženie v
gorodach Rossii v 1917-18, Tambov, TGU, 1995.
267
S.A. Smith,
Russia in Revolution, cit., p. 375.
268
Ivi, pp. 376-377.
269
Ivi, p. 377.