Tabù, eufemismo e disfemismo in Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno



Yüklə 1,36 Mb.
səhifə8/9
tarix30.10.2018
ölçüsü1,36 Mb.
#76079
1   2   3   4   5   6   7   8   9
dal verbo cessare con il significato arcaico di ‘ritirarsi’. Cfr. Il Devoto - Oli, 2009.

266 A. Banchieri, op. cit., p. 79.

267 Il Devoto - Oli, 2009: Cantaro: 1. Grossa coppa di ceramica per bere, a due anse, costante attributo di Bacco; 2. La vasca per le abluzioni, posta al centro dell’atrio nelle basiliche paleocristiane; anche, la vasca posta al centro del giardino nelle antiche case romane.

268 G. C. Croce, op. cit., p. 67.

269 Ibid., p. 36.

270 Ibid.

271 Ibid., p 48.

272 Ibid.

273 Ibid., p. 50.

274 Ibid., p. 66.

275 A. Banchieri, op. cit., 77.

276 G. C. Croce, op. cit., p. 26.

277 Ibid., p. 5.

278 Ibid., p. 13.

279 Ibid., p. 17.

280 Ibid., p. 7.

281 Ibid., p. 20.

282 Ibid., p. 15.

283 Ibid.

284 Ibid., p. 48.

285 Ibid., p. 46.

286 Ibid., p. 57.

287 Ibid., p. 73.

288 Ibid., p. 47.

289 A. Banchieri, op. cit., p. 92.

290 G. C. Croce, op. cit., p.48.

291 Ibid., p. 23.

292 Abbiamo la conferma anche in un proverbio: Le armi dei poltroni non tagliano né forano.

293 L’etimologia risale al latino volgare *pullĭtrum ‘puledro’, derivato di pullus ‘animale giovane’ (cfr. Il Devoto - Oli, 2009).

294 G. C. Croce, op. cit., p. 15.

295 Ibid.

296 L’etimologia della radice è incerta (macco arcaicamente ‘massacro’ o ‘polenta di fave’, nel greco abbiamo makrón ‘lungo’, makaria ‘impasto di farina d’orzo e brodo’ e anche nell’antico slavo maka significa farina).

297 G. C. Croce, op. cit., p. 51.

298 Ibid., p. 69.

299 A. Banchieri, op. cit., p. 75.

300 Oggi la parola serva è stata del tutto sostituita dalla locuzione lavoratrice domestica.

301 G. C. Croce, op. cit ., p. 13.

302 Ibid., p. 26.

303 Ibid., p. 28.

304 Ibid., p. 26.

305 Ibid., p. 28.

306 Ibid., p. 64.

307 Oggi possiamo notare la degradazione simile nelle parole chirurgo-macellaio.

308 La paronomasia rende un particolare rilievo alle parole approfittando dell’effetto fonico e accostando tra di loro parole che suonano similmente ma hanno diversi significati.

309 La parola viluppo significa un avvolgimento intricato o confuso dal fr. antico (en)veloper ‘intrecciare’, cfr. Il Devoto-Oli, 2009.

310 Ibid., p. 36.

311 Ibid., p. 35.

312 Ibid.

313 Ibid., p. 48.

314 Ibid., p. 55.

315 Ibid., p. 56.

316 Ibid.

317 Cfr. Il Devoto-Oli, 2009.

318Cfr..http://www-cgi.uni-regensburg.de/Fakultaeten/Philosophie/Infotek/phil/view/Google/repm.html. L‘autore conosciuto in Italia per i suoi libelli contro gli eretici: Ad Gebehardum liber Epistola CXLVI (Ad Wibaldum Abbatem), In Psalmos (De psalmorum libro exegesis), Opusculum contra Wolfelmum Coloniensem (Liber contra Wolfemum). Il nome del teologo, oltre la forma già menzionata, porta molte variazioni: Manegoldus de Lautenbach , Manegaudus de Lautenbach, Manegaldus Lautenbacensis.

319 G. C. Croce op. cit., p. 17.

320 Ibid., p. 23.

321 Ibid., p. 27.

322 Ibid., p. 36.

323 A. Banchieri, op. cit., p. 92.

324 G. C. Croce, op. cit., p. 72.

325 Le matrone non hanno conservato la loro matrice nobiliare perché questo titolo oggi è assegnato alle donne opulenti.

326 G. C. Croce, op. cit., p. 17.

327 Ibid., p. 20.

328 La paronomasia rende un particolare rilievo alle parole approfittando dell’effetto fonico e accostando tra di loro parole che suonano similmente ma hanno diversi significati.

329 La parola latina femĭna deriva dalla stessa radice di fecundus ‘fecondo.’

330 G. C. Croce, op. cit., p. 11.

331 Ibid.

332 Ibid., p. 10.

333 Cfr. Il Devoto-Oli, 2009.

334 G. C. Croce, op. cit., p. 8.

335 Ibid., p. 10.

336 Il nome deriva dal greco khiasmós ‘collocazione in forma di croce’ e la figura retorica consiste nella disposizione incrociata di due gruppi di parole.

337 G. C. Croce, op. cit., p. 8.

338 Ibid.

339 Ibid.

340 Ibid., p. 25.

341 Ibid., p. 12.

342 Ibid., p. 19.

343 Ibid., p. 11.

344 G. C. Croce, op. cit., p. 5.

345 Ibid.

346 Ibid.

347 Ibid.

348 Ibid.

349 Ibid.

350 Ibid.

351 Ibid.

352 G. C. Croce, op. cit., p. 42.

353 Ibid., p. 5.

354 Ibid., p. 27.

355 Ibid., p. 12.

356 Ovvero ha due significati: 1. oppure, invece. 2.ossia, per meglio dire, in altre parole. In questo caso si tratta del secondo significato.

357 A. Banchieri, op. cit., p. 77.

358 Un mammone (figlio) è una parola molto recente, Il Devoto Oli riporta l’anno 1967.

359 Cfr. Il Devoto -Oli, 2009.

360 Ibid., p. 16.

361 Ibid., p. 56.

362 Ibid., p. 32.

363 Ibid., p. 49.

364 Ibid., p. 15.

365 Ibid., p. 10.

366 A. Banchieri, op. cit., p. 72.

367 G. C. Croce, op. cit., p. 20.

368 A. Banchieri, op. cit., p. 77.

369 G. C. Croce, op. cit., pp. 40, 65.

370 Ibid. p. 51.

371 Ibid.

372 Ibid., p. 58.

373 Ibid., p. 56.

374 Ibid., p. 65.

375 Ibid., p. 69.

376 Ibid., p. 54.

377 Ibid., p. 37.

378 Ibid., p. 46.

379 Ibid., p. 64.

380 A. Banchieri, op. cit., p. 75.

381 G. C. Croce, op. cit., p. 30.

382 A. Banchieri, op. cit., 88.

383 G. C. Croce, op. cit., p. 59.

384 Ibid., p. 35.

385 Ibid., p. 46.

386 Ibid., p. 61.

387 Ibid.

388 Ibid., p. 34.

389 Ibid., p. 57.

390 Ibid., p. 62.

391 A. Banchieri, op. cit., 80.

392 Ibid., p. 83.

393 La sinestesia consiste nell’associare elementi appartenenti alle sfere sensoriali diverse.

394 G. C. Croce, op. cit., p. 44.

395 Ibid., p. 71.

396 Nel longobardo *stuhhi ‘scorza’, cfr. Il Devoto-Oli, 2009.

397 Come vale nel detto citato per gli animali rana e pipistrello.

398 G. C. Croce, op. cit., p. 52.

399 Nora Galli de’Paratesi, op. cit., p. 116.

400 Ibid.

401 Ibid., p. 91.

402 Ibid., p. 89.

403 G. C. Croce, op. cit., p. 8.

404 Ibid., p. 8.

405 Goti e Franchi hanno portato i primi germanismi sul penisola e di molte parole la forma non è documentata bensì ricostruita per mezzo di ipotesi in base al comportamento di parole affini.

406 Cfr. http://www.etimo.it/?term=assassino&find=Cerca

407 G. C. Croce, op. cit., p. 25.

408 Ibid., p. 55.

409 Ibid., p. 49.

410 A. Banchieri, op. cit., p. 88.

411 A. Banchieri, op. cit., p. 76.

412 Ibid., p. 80.

413 A. Banchieri op. cit., p. 91.

414 G. C. Croce, op. cit., p. 31.

415 Ibid., p. 35.

416 A. Banchieri, op. cit., 91.

417 G. C. Croce, op. cit., p. 10.

418 Ibid., p. 7.

419 Ibid., p. 81.

420 G. C. Croce, op. cit., p. 61.

421 Ibid.

422 Ibid., p. 43.

423 Ibid., p. 9.

424 Insieme con: superbia, avarizia, lussuria, invidia, gola, e accidia.

425 G. C. Croce, op. cit., p. 22.

426 Ibid., p. 32.

427 Ibid., p. 53. Il prefisso introduttivo in- davanti alla b cambia in im-.

428 G. C. Croce, op. cit., p. 10

429 Ibid., p. 6.

430 Ibid., p. 28.

431 Ibid.

432 Nella novella la formula «Indovinala tu, grillo.» (G. C. Croce, op. citt., pp. 23, 60) la parola grillo non ha pertinenza fallica e il termine qui non rappresenta l’eufemismo del pene, ma si lega alla superstizione e al mondo contadino dei giochi delle fanciulle: durante questi intrattenimenti, il grillo aveva il compito indicare, con il suo salto, la direzione da dove sarebbe arrivato il futuro sposo della ragazza.

433 Il Devoto-Oli, 2009 porta la data del 1955.

434 L’eufemismo cavolo è una contaminazione di cazzo e di diavolo. V. Tartamella sostiene un’ipotesi controcorrente che cavolo non è un eufemismo perché: «In dialetto ionico greco antico si usava l’esclamazione per il cavolo (mà ten kramben), che non era un eufemismo. I mercanti del Levante, infatti, rifornivano gli ateniesi con il cavolo marittimo (halmynis), un ortaggio coltivato nelle coste meridionali del Mediterraneo. Aveva un aroma dolce, ed era molto apprezzato dai bevitori ateniesi: si pensava fosse un potente antidoto contro l’ubriachezza. Perciò il cavolo non poteva mancare nei banchetti. Questo inestimabile vegetale fu così mitizzato che, secondo i suoi estimatori, mentre si poteva bestemmiare gli dèi senza offenderli, sarebbe stato blasfemo offendere il cavolo.» (op. cit., p. 72).

435 N. Galli de’Paretesi mostra diverse «varianti parafoniche come cavolo, caspita, caspiterina, capperi, cappita, cacchio, kaiser, cazzica, canchero [...]» (op. cit., p. 112) e specialmente per il termine canchero rimanda al Dizionario della lingua italiana, Tommaseo N.; Bellini A., Torino-Napoli, 1872. Cancaro dal latino cancer è passato dal significato originario di ‘granchio’ a quello medico per le ramificazioni del tumore confrontate con le zampe del granchio già nella prima metà del XIV secolo. Un altro eufemismo del pene è la terza gamba.

436 G. C. Croce, op. cit., p. 27.

437 Ibid., p. 56.

438 Ibid., p. 26.

439 A. Banchieri, op. cit., p. 70.

440 G. C. Croce, op. cit., p. 53.

441 Ibid., p. 57.

442 Ibid., p. 9.

443 Ibid., p. 62.

444 Ibid., p. 65.

445 A. Banchieri, op. cit., p. 78.

446 G. C. Croce, op. cit., p. 48.

447 A. Banchieri, op. cit., p. 79.

448 G. C. Croce, op. cit., p. 65.

449 Ibid., p. 61.

450 Ibid., p. 52.

451 Ibid., p. 68.

452 Ibid., p. 62.

453 Ibid., p. 48.

454 A. Banchieri, op. cit., p. 70.

455 Ibid.

456 V. Tartamella, op. cit., p. 250.

457 G. C. Croce, op. cit., p. 16.

458 Ibid., p. 42.

459 Ibid., p. 15.

460 Ibid.

461 Ibid.

462 Ibid.

463 Ibid.

464 Ibid.

465 Ibid.

466 Ibid.

467 Ibid.

468 Ibid.

469 Ibid.

470 Ibid.

471 Ibid.

472 Ibid., p. 48.

473 Ibid., p. 53.

474 Ibid., p. 68.

475 Ibid., p. 54.

476 Ibid., p. 75.

477 Ibid., p. 51.

478 Ibid., p. 19.

479 Cfr. Il Devoto-Oli, 2009.

480 A. Banchieri., op. cit., p. 86.

481 Cfr. Il Devoto-Oli, 2009.

482 A. Banchieri., op. cit., p. 82.

483 Ibid., p. 64.

484 Ibid., p. 54.

485 G. C. Croce, op. cit., p. 57.

486 Ibid.

487 Ibid., p. 7.

488 Ibid., p. 17.

489 Ibid., p. 9.

490 Ibid., p. 32.

491 Ibid., p. 64.

492 Nella lingua parlata a volte viene sostituito anche il condizionale passato nella protasi con l’imperfetto.

493 G. C. Croce, op. cit., p. 7.

494 A. Banchieri, op. cit., p. 76.

495 G. C. Croce, op. cit., p. 12.

496 Ibid., p. 25.

497 Ibid., p. 29.

498 Ibid., p. 69.

499 Ibid., p. 53.

500 Ibid., p. 69.

501 Ibid., p. 10.

502 Ibid., p. 48.

503 Ibid.

504 Ibid.

505 Ibid., p. 24.

506 V. Tartamella, op. cit., p. 33.

507 P. Camporesi, op. cit., p. 137.

508 Cfr. A. Dąbrowska, op. cit., pp. 331-362, M. C. Gómez, op. cit., p. 111.

509 Traduzione a cura dell’autore della presente tesi.

510


511 Ibid. Traduzione a cura dell’autore della presente tesi: «Zobrazit romanizaciAustria e Neustria, ma non “Westria”, Ostgoten, Ostrogothen, Austrogoti ma non “Westgoten”, ma Visi, Vesi, vale a dire Wisigothi cioè “quelli buoni, quelli coraggiosi”.».

512


513 S. Widłak (1963): 1. Wierzenia religijne, magia, strach, zabobon. (Credenze religiose, magia, paura, superstizione.), 2. Przyzwoitość, skromność, wstyd. (Decenza, pudore, vergogna.)3. Delikatność, uprzejmość, współczucie i litość. (Delicatezza, cortesia, compassione e pietà.), 4. Roztropność, przezorność, megalomania, spryt i interes. (Precauzione, prudenza, megalomania, furbizia, interesse.); Z. Leszczyński (1988): 1. Wierzenia religijne, magia i strach. (Credenze religiose, magia e paura.), 2. Przyzwoitość, skromność, wstyd. (Decenza, pudore, vergogna.), 3. Dobre wychowanie, współczucie i litość. (Le buone maniere, compassione e pietà.), 4. Tabu dyplomatyczne. (Tabù diplomatico.), citati da A. Dąbrowska, in op. cit., pp. 29-31. Traduzione a cura dell’autore della presente tesi.

514 J. da Silva Correira, O eufemismo e o disfemismo na língua e na literatura portuguesa, Lisboa 1927, pp. 445 - 787, cit. da M. C. Gómez in op. cit., p. 53. Traduzione a cura dell’autore della presente tesi.

515 M. Appiani, op. cit., p. 70.

516 Anche Ch. E. Kany definisce l’eufemismo come: «the means by which a disagreeable, offensive, or fearinstilling matter is designated with an indirect or softer term» (American-Spanish euphemisms, 1960 p. 5. cit. da G. M. Foster in Euphemism and cultural sensitivity in Tzintzuntzan, California 1965, p.53., accessibile sul sito: www.jstor.org/pss/3316777). Traduzione a cura dell’autore della presente tesi: «il mezzo con cui una materia sgradevole, offensiva o tosta è designata con un termine indiretto o più morbido». Tale definizione sostengono molti linguisti: Richard A. Spears, H. Oertel, R. Rada, N. Galli de’Paratesi.

517 A. Dąbrowska, op. cit., p. 51. Traduzione a cura dell’autore della presente tesi: «eufemismo capisco ampiamente - a livello di lingua può essere qualsiasi mezzo formale (fonologico, morfologico, sintattico) e semantico, che sarebbe utilizzato per creare le sostituzioni alternative (sinonimi testuali) in relazione ai nomi veri.

518 É. Benveniste, Euphémismes anciens et modernes, in Problèmes de linguistique générale I, Paris 1979, p. 308., cit. da M. C. Gόmez in op. cit., p. 30. Traduzione a cura dell’autore della presente tesi: «Nella esegesi di queste parole [εύφημία εύφημισμός] si introduce una confusione tra i valori di “langue” e di “parole” (nel senso di Saussure). Le connotazioni religiose, con tutte le sue risonanze, le sue associazioni, le sue interferenze, rilevano dalla “parole”. Ma questi significati sono determinati solo da un valore puramente linguistico. Dobbiamo cominciare dal ripristino del significato proprio dei εύφημετν, εύφημία, e quello è indubbiamente positivo; va detto che, dal momento che tale evidenza è stata ignorata, che εύφημετν significa sempre e solo “esprimere le parole di buon augurio”».

519 Communication de M. Paul Zumthor au IVe congrès de l’Association, à Paris 1952, accessibile sul sito: http://www.persee.fr/web/revues/home/prescript/article/caief_0571­5865_1953_num_3_1_2030?_Prescripts_Search_isPortletOuvrage=false. Traduzione a cura dell’autore della presente tesi: «è originaria del vocabolario sacro».

520 Ibid. Traduzione a cura dell’autore della presente tesi: «Questo significa, in linea di principio, l’uso di espressioni fastose durante un sacrificio; in pratica, escludendo qualsiasi espressione negativa dall’interno del santuario.».

521 Ibid. Traduzione a cura dell’autore della presente tesi: «Esso costituisce un fenomeno psicologico primario, ma il cui significato evolve nel tempo: per quanto un gruppo umano si svincola dai suoi legami primitivi, l'eufemismo perde valore religioso ed è più spesso legato alla volontà di decenza, al decoro, all’autocontrollo, ad un ideale di correttezza e di armonia collettiva. Quel valore scivola così sempre più verso una funzione morale e, a secondo delle esigenze e delle opportunità, arriva a comprendere, nella lingua delle civiltà più differenziate, un aspetto puramente estetico».

522 M. C. Gómez, op. cit., p. 34.

523 Glossematica è una dottrina linguistica elaborata dal danese L. Hjelmslev, fondata sulla definizione del segno linguistico in termini del tutto relazionali e quindi applicabili a parziale interpretazione matematica. Ogni elemento del testo viene considerato in due modi differenti: piano sintagmatico (la parola viene valutata in relazione con tutte le parole del testo –
Yüklə 1,36 Mb.

Dostları ilə paylaş:
1   2   3   4   5   6   7   8   9




Verilənlər bazası müəlliflik hüququ ilə müdafiə olunur ©genderi.org 2024
rəhbərliyinə müraciət

    Ana səhifə