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Tra le riforme sociali meritevoli di attuazione viene così inserito il
miglioramento della condizione femminile, soprattutto per quelle donne
di bassa estrazione sociale che più facilmente cadono vittime di persone
senza scrupoli che le avviano alla prostituzione o al mestiere di attrice,
considerato all’epoca disonorevole.
Gli interventi dell’imperatrice per debellare la grave piaga della
prostituzione sono diversamente interpretati dagli storici del tempo. Nella
sua opera dedicata agli edifici pubblici fatti erigere per scopi filantropici e
propagandistici dall’imperatore e la sua sposa, Procopio narra che
Teodora aveva fondato in un vecchio palazzo posto sulla riva asiatica del
Bosforo un convento che doveva fungere da ricovero per le prostitute (De
aedificiis 1, 9, 1-11). Al luogo sacro era stato dato il nome di Μετάνοια
(pentimento, redenzione), che ben si adattava alla funzione cui era
destinato. Tuttavia, in Anekdota (17, 5-7), lo storico descrive il medesimo
fatto sotto un altro profilo, rivelando che Teodora in realtà aveva rinchiuso
nel monastero cinquecento prostitute per obbligarle a redimersi e a
cambiare vita: alcune di loro, imprigionate controvoglia, decisero di
suicidarsi gettandosi dall’alto contro le rocce.
P
ROCOPIUS
, Anekdota, 17, 5-7
Ἀλλὰ καὶ ὑπὲρ ἁμαρτάδων τῶν ἐς τὸ σῶμα κολάσεις τῇ
Θεοδώρᾳ ἐπινοεῖ ν ἐπιμελὲς ἦν. πόρνας ἀμέλει πλέον ἢ
πεντακοσίας ἀγείρασα ἐν ἀγορᾷ μέσῃ ἐς τριώβολον, ὅσον ἀποζῆν
μισθαρνούσας, ἔς τε τὴν ἀντιπέρας ἤπειρον στείλασα ἐν τῷ
καλουμένῳ
Μετανοίᾳ μοναστηρίῳ
καθεῖ ρξε
τὸν
βίον
μεταμφιέσασθαι ἀναγκάζουσα. ὧν δή τινες ἐρρίπτουν αὑτὰς
ἀφ´ὑψηλοῦ νύκτωρ, ταύτῃ τε τῆς ἀκουσίου μεταβολῆς
ἀπηλλάσσοντο (
14
).
progresso sociale. Da questo punto di vista i suoi interventi nell’attività decisoria del
consorte sono in linea con lo spirito dei tempi in cui vive.
(
14
) Trad. a cura dell’A.: “Teodora si dava pensiero di punire anche i peccatori carnali.
Una volta riunì più di cinquecento prostitute, che per vivere si prostituivano, per tre
oboli, nel centro della piazza e le mandò sul continente di fronte dove le fece rinchiudere
nel monastero chiamato Pentimento, costringendole a mutare genere di vita. Ma alcune
di esse di notte si gettarono dall’alto e in questo modo si liberarono da quella involontaria
121
Nel 537 l’imperatore torna sulla materia, emanando un’altra legge
che, pur riferendosi alle donne di teatro e non alle prostitute, va
espressamente ad integrare le disposizioni contenute in Nov. 14: si tratta
di Nov. 51 sul giuramento delle scenicae (
15
).
L’occasio legis è qui offerta da una prassi diffusasi tra i lenoni, i quali,
per eludere la legge emanata nel 535, costringevano le prostitute a prestare
giuramento sulla permanenza nell’esercizio della professione, invece che
far loro stipulare un contratto o prestare una cauzione in denaro o
garantire per mezzo di un fideiussore.
La cancelleria, per reprimere questo fenomeno, dispone la remissione
del reato di spergiuro nei confronti delle prostitute che si siano trovate
nella condizione di dover giurare: esse, in sostanza, vengono liberate
dall’obbligo di tener fede al giuramento fatto. Si tratta di un’eccezione
rispetto all’ampio valore attribuito al giuramento da parte del diritto
giustinianeo e consentita allo scopo primario di tutela della donna (
16
).
metamorfosi”. Procopii Caesariensis opera omnia, cit., p.
123
.
(
15
) Secondo B
EAUCAMP
, Le statut de la femme à Byzance (4
e
-7
e
siècle), cit., pp. 131-132, Nov.
51 presenta alcuni elementi di ambiguità in quanto, pur essendo esplicitamente rivolta
alle attrici, sembra alludere anche alle prostitute in quanto riprende delle espressioni di
Nov. 14 e fa continui riferimenti al dovere di preservare la castità; questa confusione
terminologica può costituire uno specchio della intercambiabilità esistente tra i due
mestieri nella percezione comune dell’epoca: infatti, come le attrici si mostrano a una
moltitudine di spettatori, le prostitute, per converso, si offrono a un gran numero di clienti.
(
16
) N
ARDI
, Scritture “terribili”, cit., p. 71, nota 4 osserva che, se Giustiniano da un lato
attribuisce grande importanza al giuramento e moltiplica le fattispecie in cui questo è
obbligatorio, dall’altro lato elimina alcune ipotesi in cui la sua prestazione è considerata
inutile o illecita, come nel presente caso di giuramento delle scaenicae, stigmatizzato come
turpe in Nov. 51. Per fare altri esempi, in CI. 6, 40, 2 del 531 è abolito il giuramento con
cui la vedova che intendeva risposarsi contro il volere del defunto marito prometteva di
farlo per avere figli; Nov. 22, 43, 8 dell’anno successivo conferma l’abolizione di tale
giuramento, privando tuttavia la donna passata a seconde nozze del lascito di
vedovanza. Nov. 94, 2 del 539 elimina il giuramento della vedova di non risposarsi per
avere la tutela dei figli. Nov. 82, 11, 1 si oppone alla diffusa pratica del giuramento
finalizzato a rendere vincolante un lodo arbitrale: l’imperatore vuole evitare che le parti
corrano il rischio di macchiarsi di spergiuro nel caso in cui l’arbitro sia un incompetente.
Sul giuramento in epoca postclassica e giustinianea si veda anche S. P
ULIATTI
, Officium
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