Biblioteca dell’officina di studi medievali



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Alcune considerazioni sulla presenza ebraica in Sicilia nel Medioevo
Federico II affidò loro i monopoli della seta e della tintoria. La seta siciliana 
era famosa in tutto il Mediterraneo, in epoca normanna, la lavorazione della seta e 
la fabbricazione delle stoffe raggiunsero altissimi livelli, anche grazie all’arrivo di 
alcuni ebrei greci fatti prigionieri da Ruggero II nel 1147.
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Dai numerosi atti notarili che sono stati studiati si apprendono preziose infor-
mazioni sulla compravendita di beni mobili o strumentali: stoffe, manufatti, metalli, 
spezie. Vi sono pure contratti di lavoro stipulati per periodi stagionali, come per 
esempio la suolatura di scarpe, o il trasporto di merci.
Quindi alla luce degli studi più recenti, non è corretto immaginare che gli 
ebrei svolgessero solo lavori umili. Anzi, esaminando le attività svolte dagli ebrei, 
quindi la loro partecipazione alla vita dell’isola, si può dedurre che la posizione 
sociale che loro occupavano, spaziava da incarichi di notevole importanza sino ai 
mestieri più umili.
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 Come accennato molto considerevoli erano le attività imprendi-
toriali, professionali e mercantili.
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Numerosi  ebrei  si  dedicavano  alla  produzione  del  vino  e  delle  uve,  spinti 
dall’obbligo rituale di fornire vino kasher alla comunità, anche se risulta da vari do-
cumenti che essi si interessavano delle uve non solo al fine di poter disporre di vino 
conforme all’uso rituale, ma anche in quanto forma di investimento redditizia; vino 
e uva, infatti, venivano acquistati anche dai cristiani.
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Gli ebrei siciliani si occupavano anche della coltivazione di canna da zucche-
ro, di cui la Sicilia era grande esportatrice. Noti anche per la produzione di: olio, 
formaggio, datteri, hennè ed indaco.
Molti di loro erano abili lavoratori di tonno, alimento che ben si adatta alle 
loro rigide regole alimentari. Come è noto, in Sicilia le tonnare erano numerose ed 
in esse erano presenti un gran numero di lavoratori ebrei, che si occupavano sia della 
pesca sia della lavorazione che della conservazione. Attilio Milano osserva: «in tutte 
le città della Sicilia non dovettero rimanere estranei ad alcun mestiere, qualificato od 
umile che fosse».
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Vi erano anche ebrei esperti nel campo della farmacopea vegetale e della fito-
terapia. Tali conoscenze di medicina naturale facevano parte di remoti studi, infatti 
nei testi tradizionali antichi, quali il Talmud, erano indicate terapie a base di vegetali 
per curare i comuni malanni.
27
 La loro esperienza nell’arte medica era favorita dal 
22
 Questi ebrei provenivano da Tebe e Corinto, centri importantissimi della lavorazione della seta.
23
 Occorre ricordare che gli ebrei dovevano occuparsi di alcune mansioni umilianti come la 
pulizia dei castelli e dei palazzi reali e quella di dover fornire il boia per le esecuzioni capitali, come 
avveniva a Palermo e a Messina. Cfr. a. M
iLano
Storia degli ebrei in Italia, cit., p. 174.
24
 D. a
BuLaFia
Le attività economiche degli ebrei siciliani attorno al 1300, cit., pp. 89-95.
25
 Ibid., p. 94.
26
 a. M
iLano
, Storia degli ebrei in Italia, cit., p. 177.
27
 G. C
osMaCini
Medicina e mondo ebraicoLaterza 2001, p. 40.


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Luciana Pepi
vantaggio di poter accedere con facilità ai testi di medicina scritti in arabo, lingua 
che possedevano perfettamente.
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 In ogni luogo e in ogni tempo i medici ebrei furono 
molto apprezzati per le loro competenze e spesso la loro bravura era premiata dalle 
varie autorità locali con l’acquisizione di privilegi, come l’esenzione del pagamento 
delle tasse, o l’esonero dal portare il segno distintivo.
È degna di nota la massiccia presenza di medici ebrei a Polizzi Generosa. 
Come osserva Angela Scandaliato: «Polizzi Generosa nelle Madonie, fu indubbia-
mente tra Trecento e Quattrocento, città di medici, non si tratta di presenze indivi-
duali registrate dalle fonti ufficiali, ma di vere e proprie dinastie familiari che stanno 
emergendo attraverso i contratti notarili […]».
29
Come le giudecche di Sciacca e Caltabellotta erano note per la presenza di 
rabbini la cui cultura è testimoniata dai libri in loro possesso, quella di Polizzi era 
nota per il numero e la perizia dei suoi medici.
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È importante tener presente che nel corso della loro lunga permanenza in Sicilia, con 
il succedersi delle diverse dominazioni, la sorte della popolazione ebraica cambiò più volte.
Quando ad esempio dal periodo musulmano si pervenne al Normanno avven-
nero alcuni cambiamenti, ed ancora maggiori cambiamenti si ebbero con la domina-
zione aragonese. Come sottolineano vari studiosi 
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 se inizialmente le loro comunità 
erano indipendenti e bene inserite nelle città ospitanti, gradualmente la loro condi-
zione peggiorò; si diffuse l’intolleranza, soprattutto con gli aragonesi, nel 1300, che 
pian piano li isoleranno. Le norme emanate da Federico III miravano essenzialmente 
alla netta separazione tra ebrei e maggioranza cristiana.
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Nei periodi arabo, normanno e svevo, essi conobbero una relativa prosperità 
e il loro numero aumentò. Nel XIV secolo e nei primi anni del XV si registrò una 
progressiva emarginazione degli ebrei; la politica dei sovrani continuò ad avere un 
carattere contraddittorio. Essi, da una parte, consideravano gli ebrei una fonte di 
entrate particolarmente preziosa in un’epoca di costante crisi delle finanze e, dall’al-
tra, non erano insensibili alla predicazione antiebraica degli ordini mendicanti e alle 
posizioni ugualmente ostili agli ebrei dei loro consiglieri di corte.
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28
 Attilio Milano, osserva giustamente che: «due cause ponevano gli ebrei in condizioni più 
favorevoli dei cristiani nel loro slancio verso la medicina: una, era la loro possibilità di consultare 
nell’originale i grandi trattati di medicina arabi, e l’altra, che alcune delle norme rituali imponevano 
loro l’osservanza di principi igienici, che poteva suggerire soltanto chi aveva una esatta conoscenza del 
corpo umano e delle sue reazioni: non si dimentichi a tal proposito che, secondo la Bibbia, purità morale 
e purità fisica non possono andare disgiunte» (cit., p. 626).
29
 a. s
CanDaLiato
Judaica minora siculaGiuntina 2006, p. 129.
30
 Ibid., p. 227.
31
 D. a
BuLaFia
La comunità di Sicilia dagli arabi all’espulsione, in Storia d’Italia, Annali 11: 
Gli ebrei in Italia, Einaudi 1996, pp. 47-83.
32
 Ibid., p. 66.
33
 i
D
., Il mezzogiorno peninsulare dai bizantini all’espulsione, in Storia d’Italia, Annali 11: Gli 


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