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E
SAMI DI
S
TATO
2016
Nuova Secondaria - n. 4 2016 - Anno XXXIV - ISSN 1828-4582
virgolettato di una dichiarazione del Presidente del-
l’Agenzia Spaziale Italiana Roberto Battiston; come pure
l’estratto da un articolo di Simone Valesini dalle pagine
online di «Wired», anche se poteva sembrare frutto del-
l’incontro con un’astronauta, era semplicemente la cro-
naca della conferenza stampa tenuta da Samantha Cri-
stoforetti al ritorno dallo sua lunga permanenza sulla
Stazione Spaziale Internazionale. La parola data a un
astronauta senior come Umberto Guidoni poteva essere
occasione per sottoporre agli studenti un momento di te-
stimonianza, un rimando all’esperienza personale di chi
si è avventurato nello spazio a bordo degli Shuttle, ren-
dendoci familiare la visione di equipaggi “galleggianti” in
orbita in condizioni di microgravità. Invece quello scelto
dal libro Viaggiando oltre il cielo è un brano di tipo di-
vulgativo, dove viene spiegato il metodo applicato per in-
dividuare la presenza di acqua su pianeti extrasolari.
L’insistenza poi sul tema della ricerca di acqua, che ca-
ratterizza i brani di Battifoglia e Guidoni, pur se giustifi-
cata dal fatto di legarsi alla stretta attualità, restringe già
l’orizzonte e indirizza la riflessione dello studente su una
tematica certamente importante ma pur sempre relativa a
un obiettivo parziale e non certo di ampio respiro come
l’argomento poteva consentire.
Il desiderio di esplorare come dato antropologico
Sgombrato il campo da queste osservazioni critiche, cer-
chiamo di allargare lo sguardo – stiamo appunto parlando
di “spazio” – e consideriamo i principali motivi di appro-
fondimento sollecitati dal tema, che peraltro vorremmo ri-
formulare così: L’uomo e l’avventura dell’esplorazione
spaziale. L’aggiunta del termine esplorazione non è di
poco conto e vuole mettere in evidenza di che tipo di av-
ventura si tratti. Con due importanti implicazioni.
Anzitutto permette di ricollegare quella spaziale ad altre
“esplorazioni”. Quelle geografiche, in particolare, che
hanno contrassegnato la storia dell’umanità: quelle celebri
che hanno portato alla scoperta di nuovi mondi dei quali
non si sospettava l’esistenza, come nel caso delle Ameri-
che; quelle che hanno visto coraggiosi viaggiatori inoltrarsi
in territori dei quali si sapeva solo l’esistenza, ad esempio
nel cuore dell’Africa o ai Poli, ma non se ne conoscevano
le caratteristiche; quelle dove l’interesse conoscitivo si
univa a quello commerciale e politico e che hanno il loro
riferimento letterario nei viaggi raccontati da Marco Polo.
Accanto alle spedizioni più celebri, con protagonisti famosi
e leggendari, ci sono poi tante esplorazioni meno note ma
che hanno contribuito a estendere e a vivacizzare la pre-
senza umana sul Pianeta: dai viaggi dei Fenici che hanno
raggiunto le coste dell’Africa centrale, alle imprese dei Vi-
chinghi che si sono spinti molto avanti nell’Atlantico.
Oltre alle esplorazioni geografiche vanno ricordate quelle
che ancor oggi si compiono continuamente ad altri livelli
e in altri ambienti. Pensiamo semplicemente agli scalatori,
che aprono nuove vie, non senza qualche rischio, verso le
cime di alte montagne nelle grandi catene presenti in tutti
i continenti. Ma possiamo pensare anche agli speleologi,
che si inoltrano nelle profondità della crosta terrestre sco-
prendo paesaggi silenziosi e affascinanti; o ancora alle
missioni oceanografiche, che rivelano un secondo pianeta,
visibile direttamente solo a pochi ma che le immagini fo-
tografiche e video ci mostrano nella sua straordinaria ric-
chezza e varietà di forme, di colori, di vita.
La seconda implicazione porta il discorso ancor più in
avanti. Parlare di esplorazione non solo consente di esten-
dere la narrazione, come abbiamo accennato, a tante av-
venture storicamente vissute in epoche diverse e sotto di-
verse latitudini. C’è di più. Si tratta di una categoria che
ci dice molto sulla natura dell’uomo, su ciò che siamo,
sulla stoffa della quale siamo intessuti. L’uomo è “esplo-
ratore”: il bambino esplora il suo ambiente, il suo spazio,
e noi continuamente indaghiamo la realtà della natura,
delle cose, delle persone e anche di noi stessi, diven-
tando in parte oggetto di indagine, cioè contemporanea-
mente soggetto e oggetto di conoscenza. Le esplorazioni
spaziali, così come gli altri tipi di esplorazione appena ri-
cordate, rispondono a un’esigenza connaturata con
l’uomo: quella, appunto, di esplorare il mondo che ci
circonda in tutti i suoi aspetti e le sue manifestazioni.
Indaghiamo il mondo per il semplice fatto che c’è, che lo
riceviamo in dono dalla nascita e lo ritroviamo davanti a
noi ogni giorno, forse senza avere piena coscienza di un
simile dono. Esplorare fa parte della natura dell’uomo e
della sua condizione: quella di essere posto dentro la re-
altà, di essere circondato da un mondo multiforme e pro-
vocante, di imbattersi continuamente in qualcosa d’altro
e di subirne il contraccolpo. Il contraccolpo del meravi-
glioso, come spesso è la natura che ci circonda e ci so-
vrasta; il contraccolpo dell’enigmatico, di tutti gli inter-
rogativi piccoli e grandi che l’esplorazione della realtà
suscita e ai quali la ragione si applica nel tentativo, sem-
pre nuovo di rintracciare qualche risposta; il contraccolpo
anche del grandioso, che arriva fino al terrificante dei fe-
nomeni giganteschi o catastrofici: dai vulcani ai buchi neri.
L’esplorazione spaziale
Cosa c’è di così speciale nella esplorazione spaziale?
Ci sono anzitutto gli effetti “geometrici”, quello della
terza dimensione e dell’enorme aumento di scala. Nelle
esplorazioni terrestri ci si muoveva più o meno su una su-
perficie e ogni passo in avanti era descrivibile con cam-
biamento di due coordinate: nello spazio di coordinate ce
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