Dicembre 2016 e ditoriale



Yüklə 1,16 Mb.
Pdf görüntüsü
səhifə28/59
tarix21.07.2018
ölçüsü1,16 Mb.
#57592
1   ...   24   25   26   27   28   29   30   31   ...   59

50

E

SAMI DI

S

TATO

2016

È quando ci si porta a un tale livello di discorso che si

comprende perché in tempi recenti si stia tornando a di-

scutere di felicità pubblica, in aggiunta e in forte corre-

zione, della felicità individuale. È agevole darsene conto.

L’umanesimo civile (XV secolo) aveva spiegato che la

virtù vera è la virtù civile, che la vita umana è la vita ac-

tiva, e che non c’è virtù nella vita solitaria, ma solo nelle

città. (Si ricorderà La città felice di Francesco Patrizi del

1553). È a partire da un tale presupposto che ha inizio,

nella modernità, la riflessione attorno al tema del pro-

gresso sociale visto, sulla traccia aristotelica, come frutto

delle virtù civiche e quindi di una realtà immediatamente

sociale. Sono queste le radici profonde del discorso sul

ben-essere pubblico, discorso che a partire dalla rivolu-

zione industriale è stato progressivamente messo in di-

sparte in seguito all’avanzata della filosofia utilitarista. È

avvenuto così che la felicità pubblica ha cessato di essere

l’oggetto primario di studio dell’economia, per cedere il

posto all’utilità privata. Mai si dimentichi che il Pil è il fi-

glio culturale dell’utilitarismo.

Che la nozione di ben vivere sociale conosca, oggi, sul-

l’onda di una moltitudine di vicende, una sorta di risve-

glio, di rinnovato interesse, è cosa che ci viene confermata

da una pluralità di segni e questo apre alla speranza. Non

c’è da meravigliarsene: quando si arriva a prendere atto

della crisi di civilizzazione che incombe, si è quasi spinti

ad abbandonare ogni atteggiamento distopico, osando

vie nuove e di pensiero e di azione. 



Stefano Zamagni

Università di Bologna

Nuova Secondaria - n. 4 2016 - Anno XXXIV - ISSN 1828-4582

I

brani della prova d’italiano (ambito storico-politico)



presentano per la prima volta una tematica connessa

al valore del paesaggio quasi a voler sottolineare l’at-

tenzione che in questi ultimi anni il Miur ha dedicato ai

temi della salvaguardia artistica e paesaggistica

1

.

Se si scorrono le tracce finora assegnate bisogna risalire



all’anno scolastico 2001-2002 per trovare questo sog-

getto proposto non come a se stante, ma in rapporto alla

poesia.

Il tema di ambito storico-politico ha suscitato quest’anno



l’interesse degli studenti; i dati ufficiali riportano, infatti,

che la maggioranza dei maturandi (23,2%) ha scelto pro-

prio questa traccia.

Suggerisco alcune riflessioni utili anche per la progetta-

zione di attività didattiche ricordando che l’Italia detiene

il maggior numero di siti appartenenti al Patrimonio mon-

diale dell’Unesco e che molti di essi sono territori con spe-

cifici caratteri naturalistici e artistici.



Il concetto di paesaggio

Settis e Carandini definiscono il paesaggio come organi-

smo complesso prodotto dall’interazione uomo-natura.

L’elemento naturale si fonde con quello antropico coin-

volgendo la realtà fisica, la dimensione estetica, sogget-

tiva e percettiva, gli accadimenti storici e le espressioni

dell’attività umana (architettonica, artistica, rurale, arti-

gianale) che nel tempo si sono stratificate e depositate in

un sistema complesso e dinamico di relazioni.

I documenti si riferiscono espressamente al paesaggio

italiano che, come sostiene Sgarbi, «lascia emergere l’in-

treccio tra una grande natura e una grande storia» e con-

cordano con la definizione espressa dalla Convenzione

Europea del Paesaggio; firmata nel 2000 a Firenze da ven-

tisette paesi dell’Unione Europea, ha tra i principali obiet-

tivi quello di «riconoscere giuridicamente il paesaggio in

quanto componente essenziale del contesto di vita delle

popolazioni, espressione della diversità del loro comune

patrimonio culturale e naturale e fondamento della loro

identità» e ne dà all’articolo 1 la definizione: «Paesaggio:

designa una determinata parte di territorio, così come

Ambito storico-politico

Lucia Danioni

A questo proposito vedasi le diverse attività  previste dai Protocolli d’Intesa tra

Miur e MiBact (Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo) fra

cui l’attivazione del concorso nazionale “Articolo 9 della Costituzione. Cittadini

attivi per il paesaggio e l’ambiente” ormai alla sua quarta edizione (www.arti-

colo9dellacostituzione.it).

04_Layout 1  25/10/16  10:53  Pagina 50




51

E

SAMI DI

S

TATO

2016

Nuova Secondaria - n. 4 2016 - Anno XXXIV - ISSN 1828-4582

ARGOMENTO

Il valore del paesaggio

DOCUMENTI

«[…] il paesaggio italiano non è solo natura. Esso è stato modellato

nel corso dei secoli da una forte presenza umana.

È un paesaggio intriso di storia e rappresentato dagli scrittori e dai pit-

tori italiani e stranieri e, a sua volta, si è

modellato con il tempo sulle poesie, i quadri e gli affreschi. In Italia,

una sensibilità diversa e complementare si è quindi immediatamente

aggiunta all’ispirazione naturalista. Essa ha assimilato il paesaggio alle

opere d’arte sfruttando le categorie concettuali e descrittive della

«veduta» che si può applicare tanto a un quadro o a un angolo di pae-

saggio come lo si può osservare da una finestra (in direzione della

campagna) o da una collina (in direzione della città). […] l’articolo 9

della Costituzione italiana (1) è la sintesi di un processo secolare che

ha due caratteristiche principali: la priorità dell’interesse pubblico sulla

proprietà privata e lo stretto legame tra tutela del patrimonio culturale

e la tutela del paesaggio.»

Salvatore SETTIS, Perché gli italiani sono diventati nemici 

dell’arte, ne “Il giornale dell’Arte”, n. 324/2012

(1) (Art. 9 Costituzione italiana) - La Repubblica promuove lo svi-

luppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesag-

gio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.

«Nei contesti paesaggistici tutto è, invece, solido e stabile, frutto del-

l’instancabile sovrapporsi di azioni umane, innumerabili quanto irri-

conoscibili, ritocchi infiniti a un medesimo quadro, di cui l’iconografia

principale si preserva, per cui tutto muta nell’infinitesimo e al tempo

stesso poco cambia nell’ampio insieme, ed è il durare di questa nostra

conchiglia che racconta la nostra qualità di popolo, in una sintesi su-

prema di memoria visibile, ordinatamente disposta. Sì, i paesaggi non

sono ammassi informi né somme di entità, ma ordini complessi, ge-

neralmente involontari a livello generale, spontanei e autoregolati,

dove milioni di attività si sono fuse in un tutto armonioso. È un’ar-

monia e una bellezza questa di tipo poco noto, antropologico e storico

più che meramente estetico o meramente scientifico, a cui non siamo

stati adeguatamente educati. […] Capiamo allora perché le Costitu-

zioni che si sono occupate di questi temi, da quella di Weimar alla no-

stra, hanno distinto tra monumenti naturali, storici e artistici, […] e il

paesaggio […], dove natura, storia e arte si compongono stabilmente

[…]. E se in questa riscoperta dell’Italia, da

parte nostra e del globo, stesse una possibilità importante di sviluppo

culturale, civile ed economico del nostro paese in questo tempo di

crisi?».


Dal discorso del Presidente FAI Andrea CARANDINI al XVII 

Convegno Naz. Delegati FAI- Trieste 12 aprile 2013;

(http://www.fondoambiente.it/Dal-Presidente/Index.aspx?q=

convegno-di-trieste-discorso-di-andrea-carandini)

«Il paesaggio italiano rappresenta l’Italia tutta, nella sua complessità

e bellezza e lascia emergere l’intreccio tra una grande natura e una

grande storia, un patrimonio da difendere e ancora, in gran parte, da

valorizzare. La sacralità del valore del paesaggio […] è un caposaldo

normativo, etico, sociale e politico da difendere e tutelare prima e so-

pra qualunque formula di sviluppo che, se è avulsa da questi principi,

può risultare invasiva, rischiando di compromettere non solo la bel-

lezza, ma anche la funzionalità presente e futura. Turismo compreso.»

Dall’intervento di Vittorio SGARBI alla manifestazione per la 

commemorazione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia a 

Palermo-12 maggio 2010- riportato su “La Sicilia” di Giorgio

PETTA del 13 maggio 2010

«Tutti, è vero, abbiamo piacere di stare in un ambiente pulito, bello,

sereno, attorniati dalle soddisfazioni scaturenti in buona sostanza da

un corretto esercizio della cultura. Vedere un bel quadro, aggirarsi in

un’area archeologica ordinata e chiaramente comprensibile, viag-

giare attraverso i paesaggi meravigliosi della nostra Italia, tenere lon-

tani gli orrori delle urbanizzazioni periferiche, delle speculazioni edi-

lizie, della incoscienza criminale di chi inquina, massacra, offende,

opprime l’ambiente naturale e urbanistico.»

Claudio STRINATI - La retorica che avvelena la Storia 

(e gli storici) dell’arte- da l’Huffington Post del 06.01.2014

(http://www.huffingtonpost.it/claudio-strinati/la-retorica-che-

avvelena-storia-e-gli-storici-dellarte_b_4545578.html)



TRACCIA MINISTERIALE

percepita dalla popolazione, il cui carattere deriva dal-

l’azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interre-

lazioni».



Il paesaggio come memoria visiva 

Tutto il territorio italiano testimonia il legame tra pae-

saggio e le vicende storico-culturali dei suoi abitanti.

Molte zone d’Italia, a esempio, recano ancora i segni

delle centuriazioni romane; queste, di forma quadrata e a

scansione uguale, sono, infatti, segnalate dai filari albe-

rati, dai fossati, dalle strade vicinali e ben riconoscibili

non solo attraverso fotografie aeree, ma anche su una carta

topografica in scala 1:25000. Le rocche e i sistemi di for-

tificazione che segnano con le loro possenti architetture

il Montefeltro ci parlano dei grandi signori rinascimentali

così come il sistema irriguo delle campagne lombarde ri-

vela la progettazione di Leonardo.

Questi e altri esempi invitano a leggere il paesaggio come

testimonianza tangibile di interventi umani, tracce di

un’identità certamente locale, ma che si inserisce in quel

profilo unitario che connota una nazione.

Come medium tra popolazione e territorio il paesaggio of-

fre un’ insostituibile opportunità per il riconoscimento

delle peculiarità collettive definitesi in quel contesto, ol-

tre che per la fruizione, lo sviluppo e la cura del territo-

rio stesso.

04_Layout 1  25/10/16  10:53  Pagina 51



Yüklə 1,16 Mb.

Dostları ilə paylaş:
1   ...   24   25   26   27   28   29   30   31   ...   59




Verilənlər bazası müəlliflik hüququ ilə müdafiə olunur ©genderi.org 2024
rəhbərliyinə müraciət

    Ana səhifə