Acquisizione e analisi dati-ambientali: gestione informatizzata di archivi digitali



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Obiettivi di gestione

Le strategie gestionali per le specie considerate devono tendere a garantire la disponibilità di zone idonee sufficientemente tranquille per la riproduzione e l’alimentazione. Le aree di interesse sono rappresentate, per i Limicoli, da specchi d’acqua bassa, ferma o con scarsa corrente e per gli Sternidi da zone di greto estese su cui la vegetazione è generalmente scarsa o assente.

Per la tutela dei siti di nidificazione è necessario garantire la salvaguardia da forme di disturbo antropico (bagnanti, pascolo, mezzi motorizzati), almeno per il periodo riproduttivo, delle isole fluviali del Po e/o dei tratti di conoide di F. Trebbia e T. Nure per quanto riguarda il Fraticello e la Rondine di mare e dei biotopi di nidificazione utilizzati negli ultimi anni, (Oasi de Pinedo e vasche Zuccherificio Eridania) per quanto riguarda il Cavaliere d’Italia. In particolare con l’Eridania di Sarmato potrebbero essere stipulati accordi al fine di garantire la presenza, in alcune delle vasche di decantazione, di livelli d’acqua bassi nel periodo primaverile-estivo.

Per Limicoli e Sternidi occorre anche ripristinare habitat idonei e sufficientemente estesi in corrispondenza delle aree vocate. Ciò è possibile inserendo moduli ambientali favorevoli a queste specie nei progetti di rinaturalizzazione previsti per i poli estrattivi collocati lungo le aste fluviali.

In generale sono possibili, per i suddetti taxa, i seguenti interventi:


  • creazione di istituti di protezione nei principali siti di nidificazione (Sternidi e Limicoli) sosta e di svernamento (Limicoli)

  • monitoraggio annuale delle colonie nidificanti

  • regolamentazione degli accessi e delimitazione di fasce di rispetto in prossimità delle aree di nidificazione (nell’ambito di tali fasce è opportuno definire la velocità massima dei natanti e la distanza minima di transito dalle rive)

  • razionalizzazione della navigazione con natanti a motore all’interno dei canali e lungo le lanche al fine di eliminare il disturbo acustico e quello creato dal moto ondoso

  • gestione e recupero delle zone umide favorendo una maggior diversificazione degli habitat acquatici (zone a diversa profondità e a diverso sviluppo vegetazionale)

  • ripristino di habitat idonei in concomitanza di interventi di regimazione idraulica e di recupero aree estrattive.


Ardeidi

Distribuzione, status e problematiche nei Comprensori Omogenei individuati in ambito provinciale.


Per quanto riguarda gli Ardeidi coloniali (garzaie), le popolazioni italiane di Nitticora e Garzetta assumono un particolare valore conservazionistico. In Emilia Romagna sono note 23 colonie (in totale 3000-3300 coppie di Nitticora e 2200-2300 coppie di Garzetta).

L’unica garzaia della provincia si localizza in un bosco di salici bianchi lungo il F. Po, sull’ Isola de Pinedo, attualmente destinata a oasi di protezione faunistica. La colonia è presente dagli anni ‘70. In censimenti compiuti tra il 1977 e il 1988 è stata rilevata la presenza di nidi di Nitticora e Garzetta: la colonia si presentava composta, a seconda delle annate, da 200-300 nidi di Nitticora e 20-30 nidi di Garzetta. Nel 1988 sono state censite 250 coppie di nitticore, 30 coppie di garzette e una coppia di Airone cenerino (Canova e Fasola, 1989). La presenza della garzaia si è mantenuta regolare in ogni stagione riproduttiva fino ad oggi. Altri censimenti risalgono agli anni 1993 e 1994 durante i quali sono stati rilevati rispettivamente 140 nidi di Nitticora e 6 di Garzetta, 70 nidi di Nitticora e 2 nidi di Garzetta (Museo di Storia Naturale e Provincia di Piacenza, 1994). Nel 1997 i nidi complessivi ammontavano a 102 (Battaglia A., 1998); nello stesso anno e in quello seguente ha nidificato anche una coppia di aironi cenerini.

Benché quella citata sia l’unica garzaia in ambito provinciale, i territori vocati alla nidificazione di Garzetta, Nitticora e Airone cenerino, interessano tutta la fascia di meandreggiamento del Po, oltre ai tratti fluviali di pianura dei principali affluenti appenninici.

Nell’ambito fluviale in corrispondenza di Isola De Pinedo nidificano anche altri Ardeidi di interesse conservazionistico ed estremamente rari e localizzati in ambito provinciale:



  • l’Airone rosso ha nidificato regolarmente mediamente con 2-3 coppie (con un massimo di 11 coppie rilevate nel 1978); la popolazione italiana è stata stimata in 1500 coppie (Fasola, 1996) delle quali 670-750 in Emilia-Romagna;

  • la nidificazione della Sgarza ciuffetto sull’isola o nei saliceti vicini è stata ritenuta probabile intorno alla metà degli anni 80 (Ambrogio et al., 1987); si tratta dell’Ardeide coloniale meno numeroso in Italia (200 coppie principalmente concentrate nella Pianura Padana) e nidifica prevalentemente in associazione con Nitticora e Garzetta, sia su alberi e cespugli, sia in canneti;

  • il Tarabuso, osservato anche in stagione riproduttiva nel corso degli ultimi 10 anni, ha probabilmente nidificato nel 1994 (Battaglia A. com. pers.) all’Oasi De Pinedo; questa specie è molto rara e localizzata in regione e sul territorio nazionale, con poche decine di coppie nidificanti

  • il Tarabusino nidifica nell’area con una decina di coppie.

I fattori che minacciano la conservazione degli Ardeidi sono il disturbo antropico nei siti di nidificazione, gli abbattimenti illegali, la distruzione e trasformazione dei siti di nidificazione (canneti maturi e boschi igrofili), lo sfalcio della vegetazione ripariale durante il periodo riproduttivo e il possibile impatto da metalli pesanti (es. rame) utilizzati in agricoltura e itticoltura.

Obiettivi di gestione

La vegetazione arborea dell’attuale garzaia insediata sull’isola De Pinedo tende progressivamente, per la coetaneità e l’invecchiamento dei salici bianchi, ad assumere caratteristiche non più idonee alla nidificazione degli Ardeidi. Sussiste quindi la possibilità che la colonia abbandoni il sito riproduttivo benché la disponibilità di nuovi ambienti idonei non sia abbondante sul territorio provinciale.

Gli interventi gestionali rivolti alla conservazione degli Ardeidi devono pertanto favorire l’insediamento di nuove garzaie attraverso la tutela delle aree idonee esistenti o mediante il ripristino di boschi igrofili nella golena del F. Po e lungo alcuni affluenti appenninici. Tale fitocenosi forestali devono presentare le seguenti caratteristiche:


  • nuclei ad alto fusto di almeno 1 ha di estensione, circondati da macchie di bosco igrofilo giovane, da macchie di bosco di età media e da macchie a saliceto arbustivo

  • perimetro e interno con presenza di pozze, rogge e canali, che limitino l’accesso ai predatori e incrementino le risorse alimentari

  • disturbo limitato soprattutto nelle fasi si insediamento dei nidi e nella fase riproduttiva (aprile-giugno);

  • vicinanza di aree trofiche idonee (entro un raggio di 5-10 Km).

L’estensione minima delle formazioni forestali dovrebbe essere di almeno 3 ha ed avere forma compatta. La fascia di protezione circostante deve avere un’estensione minima di 150 metri (Fasola et al., 1990). Le colonie possono insediarsi anche in saliceti arbustivi (Salix caprea, Salix purpurea), ma l’estensione dovrà essere maggiore di 4 ha e il diametro minimo maggiore di 100 metri (Malcevschi, Bisogni e Gariboldi, 1996).

Tra i siti più idonei all’insediamento di nuove garzaie possono essere individuate due aree principali poste in sponda destra del fiume Po, la prima a monte di Isola de Pinedo presso la lanca del Mezzanone, la seconda a monte di foce Chiavenna. In entrambi i casi si tratta di boschetti di salice bianco arboreo con settori a salice arbustivo, con estensione complessiva maggiore di 4 ha. Entrambi i tratti di sponda sono già utilizzati dagli Ardeidi per l’alimentazione. La prima area, pur essendo protetta da alcune zone allagate, presenta un certo disturbo antropico (natanti e frequentatori), la seconda è posta in prossimità dell’opera di presa della centrale elettronucleare di Caorso e rientra in una zona interdetta al transito. Entrambe le aree boscate sono comprese nel SIC denominato Isola de Pinedo (Tav.30 - Carta delle Emergenze Faunistiche).

Per quanto riguarda la tutela degli Ardeidi nidificanti nell’ambiente di canneto, occorrono interventi mirati alla conservazione e ricostituzione di questo habitat. Nel corso degli ultimi anni il canneto ha subìto una drastica riduzione a causa dei tagli eccessivi operati in corrispondenza delle aree umide, anche in quei settori fluviali dove in passato presentava un discreto sviluppo (Ambrogio e Bertè, 1994). Per la conservazione del canneto è necessario operare uno stretto controllo sui tagli a carico della vegetazione palustre e/o prevedere incentivi ai conduttori agricoli locali e convenzioni per interventi di manutenzione ordinaria (es. tagli di parcelle a rotazione in modo da favorire la formazione di anse e canaletti interni al canneto), dando priorità agli ambiti territoriali già interessati dalla nidificazione di Airone rosso, Tarabuso e Tarabusino. Tali interventi potrebbero contemporaneamente favorire alcuni Passeriformi di interesse conservazionistico strettamente legati a canneti maturi sufficientemente estesi (Salciaiola, Forapaglie).

Anatidi e Rallidi
Distribuzione, status e problematiche nei Comprensori Omogenei individuati in ambito provinciale
Tra le specie di prevalente interesse conservazionistico possiamo citare la Marzaiola, nidificante certa, e l’Alzavola per la quale si ritiene possibile una sporadica nidificazione.

La Marzaiola è rarissima in provincia ed estremamente localizzata come nidificante; la specie ha subìto a cominciare dagli anni ‘70 un drastico declino in tutta europa, ove attualmente sono stimate in totale meno di 8000 coppie nidificanti (Tucker e Heath, 1994). La popolazione italiana si concentra nelle regioni settentrionali e in Emilia Romagna sono state stimate negli ultimi anni 225-300 coppie. Sul territorio provinciale sono state rinvenute coppie isolate lungo il Po e in particolare in riva destra presso Isola De Pinedo (Caorso), lungo un canale di bonifica in Loc. Gargatano (Piacenza), a Foce Trebbia e presso Lanca Po a Villanova d’Arda. Un territorio particolarmente vocato per la nidificazione della Marzaiola risulta l’area di Foce Tidone (Carta Regionale delle Vocazioni Faunistiche).

L’Alzavola è l’anatra svernante più comune sul territorio provinciale, dopo il Germano reale; in periodo riproduttivo è stata osservata presso Isola De Pinedo e lungo la conoide del F. Trebbia, dove è possibile che abbia nidificato. Si segnala che la popolazione italiana nidificante di Alzavola è stimata intorno alle 30-40 coppie (Bricchetti et al, 1984), di cui i 2/3 localizzate nell’alto Adriatico e nelle zone umide emiliano-romagnole.

Tra gli Anatidi svernanti in provincia figurano molte specie in precario stato di conservazione: tra queste si citano Cigno reale, Volpoca, Fischione, Canapiglia, Moriglione, Mestolone, Moretta tabaccata, Moretta, Quattrocchi, Pesciaiola, Smergo minore, Fistione turco, Codone. Ad eccezione del Cigno reale, della Volpoca e del Fistione turco le specie citate sono tutte cacciabili ed oggetto di prelievo sul territorio provinciale. In particolare la Moretta tabaccata è specie in pericolo di estinzione a livello europeo. Gran parte della fascia di pianura in provincia (CO 1 e 2) appare vocata per la presenza delle specie citate, al di fuori del periodo nuziale. Purtroppo i contingenti svernanti si rivelano limitati solo ad alcuni individui per la maggior parte delle specie e localizzati in pochi ambiti fluviali.

Tra i Rallidi di interesse conservazionistico, nidifica sul territorio provinciale il Porciglione, specie sedentaria e migratrice, considerata vulnerabile sul territorio nazionale. Il Porciglione frequenta ambienti umidi ricchi di vegetazione palustre; in provincia è stata accertata la nidificazione di alcune coppie all’Oasi De Pinedo e alcuni individui sono stati osservati in periodo riproduttivo in alcuni laghetti montani (alta Val Nure e Coli). Il territorio provinciale è interessato anche dal transito degli individui migratori.

Rispetto alle potenzialità ambientali offerte dal territorio provinciale, il livello di presenza di Anatidi e Rallidi nidificanti non appare adeguato sia dal punto di vista qualitativo sia da quello quantitativo. Relativamente agli Anatidi si stimano circa 100 coppie di Germano reale, poche coppie di Marzaiola e probabilmente alcune coppie di Alzavola. Anche per i Rallidi la situazione non è ottimale ad eccezione della Gallinella d’acqua diffusa e nidificante lungo vari corpi idrici. La Folaga, nonostante gli elevati contingenti svernanti presenti ogni anno lungo il Po, sembrerebbe nidificare in provincia con poche decine di coppie e il Porciglione è presente con poche coppie localizzate.

I principali fattori limitanti l’insediamento di Anatidi e Rallidi possono essere considerati il degrado ambientale delle aree vocate, lo sfalcio delle rive fluviali e di prati e medicai contigui alle zone umide, la bruciatura e il taglio dei canneti, il prosciugamento delle zone umide e il prelievo illegale a carico di specie protette. L’assenza di ampie zone protette appare particolarmente importante poiché non consente l’alimentazione e la sosta delle specie in assenza di disturbo. Un possibile impatto negativo può essere attribuito alla presenza della Nutria.


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