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La tecnica e l’opera

Certo, l’artista ha bisogno di padroneggiare una tecnica,

senza la quale «non c’è opera d’arte». Tuttavia non solo

«la tecnica non è arte», ma in certo senso le si oppone, sic-

ché «si può possedere perfettamente la tecnica, e si può

restare tuttavia di qua dall’arte»

18

. Essa è, propriamente,



«un antecedente dell’arte»

19

del quale l’arte deve sapersi



liberare nel momento in cui l’artista sia in grado di pa-

droneggiarla pienamente: «Depurare l’arte da ogni tec-

nica, questa è stata la via e questa è la condizione indi-

spensabile per entrare nel concetto dell’arte, e intendere

il segreto del poeta, del musico, del pittore e quel non so

che divino che incanta e fa battere il cuore d’ogni uomo

innanzi a ogni cosa bella che l’arte produce»

20

. Quella tra



arte e tecnica, tuttavia, non è affatto una opposizione

escludente, a condizione di oltrepassare la concezione

astratta della tecnica e di comprenderne l’essenziale ap-

partenenza allo sviluppo dello spirito: «La tecnica in



quanto posseduta s’identifica con il soggetto, cioè col sen-

timento, e quindi con l’arte. La tecnica estranea all’arte è

l’astratta tecnica, che non è diventata carne della carne

dell’artista, il suo stesso spirito nella sua fondamentale im-

mediata soggettività»

21

. Lo stesso va detto dell’opera



d’arte che, grazie anche al possesso, da parte dell’artista,

di una tecnica adeguata, può venire all’esistenza. Perché,

certo, la filosofia deve saper pensare l’arte; ma, affinché

lo possa fare, è necessario «che essa si presenti al pensiero

come qualche cosa che esiste […]. Per attingere la pie-

nezza e solidità dell’esistente […] la storia […] non deve

contentarsi di ritrarre in lontananza; deve aderire al con-

creto, all’individuale, al fatto, al certo: io, dico, all’esi-

stente»

22

.



La bellezza della nostra vita

L’estetica autenticamente filosofica – ossia non empi-

rica, dato che «il procedere empirico» appartiene a chi, di-

versamente dal filosofo, «non vuol andare a fondo»

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– sa


che la natura del particolare (la natura della singola opera

S

TUDI

Nuova Secondaria - n. 4 2016 - Anno XXXIV - ISSN 1828-4582

Giovanni Gentile durante la conferenza di cultura fascista nella sala Borromini, 25 febbraio 1930.

18. Frammenti di estetica e di teoria della storia, Le Lettere, Firenze 1992, vol.

I, p. 193.



19. Ibi, vol. I, p. 196.

20. Introduzione alla filosofia, cit., p. 124.

21. Ibi, p. 134.

22. La filosofia dell’arte, cit., pp. 79-81.

23. Frammenti di estetica e di teoria della storia, cit., vol. I, p. 166. 

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d’arte) «si manifesta soltanto nel tutto a cui appartiene»:

«l’arte insomma procura d’intendere nello spirito, se lo

spirito è tutto; e, se lo stesso spirito al pensiero apparisse

una forma sola dell’essere, nel più vasto quadro dell’es-

sere. E questa è l’estetica filosofica»

24



Ma il pensare filosofico tende per sua natura a declinarsi



in modo esistenziale. La filosofia attualistica riconosce

dunque nell’arte «qualche cosa di quotidiano ma più pre-

zioso dello stesso pane», poiché l’arte è «quella vita pro-

fonda che ci anima della vita possente dell’universo, in cui

non c’è nessuno che non veda una forza creatrice […]. Ed

è la nostra vita, il nostro noi, il fondo vivo del nostro noi,

quel sentimento con cui si nasce e di cui si vive […]: l’au-

tocoscienza infinita»

25



L’arte è sentimento che, esprimendosi, si nega come sen-



timento e si offre come pensiero, come attività che si

svolge unificando il molteplice. Sì che le opere d’arte pos-

sono apparire molteplici solo all’intelletto astratto; con-

cretamente, in ciascuna di esse «c’è un mondo, e in que-

sto mondo lo spirito spazia senza toccarne mai i

margini»


26

e realizzandosi nella sua infinità come amore

per la bellezza. È vero infatti che l’arte crea la bellezza,

ma questa attività creatrice non è diversa da quella in cui

consiste il pensare. Sì che sbaglierebbe chi affermasse che

il pensiero produce verità mentre l’arte produce bellezza,

poiché manterrebbe astrattamente separate due forme

dell’attività dello spirito che, pur differenti, sussistono

concretamente solo nell’unità dialettica dello spirito

stesso: «la verità è che l’uomo non fa altro che pensare;

e tutta la sua vita è pensiero. Pensa, sia che questo pen-

siero prenda corpo in parole, in note musicali, in linee e

figure e colori e pietre e marmi, sia che incida nel sistema

della natura e dei rapporti tra gli uomini con le sue azioni.

Ogni forma di pensiero è creazione di una nuova re-

altà»


27

. L’arte dunque, propriamente, è «tutto lo spirito

sotto l’aspetto dell’arte»; e la sua storia «è tutta la storia

di tutto lo spirito, considerato sotto l’aspetto dell’arte»

28

.

Anche per questo Gentile può affermare che il problema



estetico è stato presente in tutti i suoi lavori filosofici, non

solamente in quelli dedicati in modo specifico al tema del-

l’arte.

Se è vero che il primo grande passo dell’attualismo con-



siste nella desostanzializzazione della natura

29

, possiamo



dire che uno degli ultimi grandi passi compiuti da Gen-

tile consiste nella messa in luce della bellezza dello spi-

rito. «Valore – scrive il filosofo – è la bellezza, in quanto

carattere di vita spirituale»

30

; variazione filosoficamente



significativa e intensa di quell’auspicio che il principe

Myškin, protagonista dell’Idiota di Fëdor Dostoevskij, ci

rivolge quando pronuncia le celebri parole «la bellezza

salverà il mondo». Ecco, il compito che la filosofia del-

l’arte di Gentile assegna al pensiero e a ciascuno di noi è

quello di accogliere il divenire sotto il segno della bel-

lezza: l’arte non imita la natura (questa idea appartiene

alla preistoria dell’estetica e dipende da una concezione

astratta del divenire dello spirito), ma ne produce spiri-

tualmente la bellezza: «qui è la sorgente di ogni umana

grandezza»

31

.



Giorgio Brianese

Università Ca’ Foscari, Venezia

S

TUDI

Nuova Secondaria - n. 4 2016 - Anno XXXIV - ISSN 1828-4582

 BIBLIOGRAFIA



Scritti di Gentile

● Frammenti di estetica e di teoria della storia, Le Lettere,

Firenze 1992, 2 voll. 



● Introduzione alla filosofia, Sansoni, Firenze 1981, in

particolare i capitoli VII e III: L’arte Arte e religione, pp. 121-

156 

● La filosofia dell’arte, Treves, Milano 1931; Sansoni, Firenze

1975


3

Antologie e raccolte di scritti:

● L’attualismo, a cura di G. Brianese, La Nuova Italia, Firenze

1995 


● L’attualismoIntroduzione di E. Severino, Bompiani, Milano

2014


● Opere filosofiche, a cura di E. Garin, Garzanti, Milano 1991

Saggi su Gentile

● Brianese G.Invito al pensiero di Gentile, Mursia, Milano

1996


● Negri A.Giovanni Gentile, La Nuova Italia, Firenze 1975, 2

voll. 


● Negri A.L’estetica di Giovanni Gentile, L’epos, Palermo 1994

● Spanio D.Gentile, Carocci, Roma 2011

24. La filosofia dell’arte, cit., c).

25. Ibi, p. 321.

26. Ibi, p. 176.

27. Ibi, pp. 186-187.

28. Ibi, p. 189. 

29. A. Negri, L’estetica di Giovanni Gentile, p. 167. 

30. La filosofia dell’arte, cit., p. 124. 

31. Frammenti di estetica e di teoria della storia, cit., vol. I, p. 208.

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