Dicembre 2016 e ditoriale



Yüklə 1,16 Mb.
Pdf görüntüsü
səhifə16/59
tarix21.07.2018
ölçüsü1,16 Mb.
#57592
1   ...   12   13   14   15   16   17   18   19   ...   59

28

Rappresenta la sintesi di dimensioni del reale quali l’es-

sere e il non essere, o soggetto e oggetto, che di per sé sof-

frono una condizione astratta o intellettualistica. E a sua

volta non è divenire di un ente. Osservo peraltro che il di-

venire spirituale gentiliano è la forma più radicale di di-

venire, in quanto creazione dell’oggetto e dello stesso sog-

getto creatore (autoctisi). In ciò l’attualismo si differenzia

dall’hegelismo. E abbraccia una concezione del divenire

che tende al non-divenire. 

Alcuni interpreti del pensiero gentiliano sostengono che

il divenire ontologico, inteso come non essere dell’essere,

costituisca il fondamento dell’attualismo. A mio avviso

questa tesi va sfumata, non perché Gentile non condivida

la concezione tradizionale del divenire naturalistico quale

non essere dell’essere, né perché talvolta la sua gnoseo-

logia non si colori di tinte metafisiche, ma in ragione del

fatto che il processo conoscitivo o dinamismo spirituale

è da lui teorizzato come un divenire o come una dialettica

sui generis. Analogamente a quanto aveva fatto prima di

lui Hegel, in apertura della Logica.

In effetti il concetto di divenire impiegato da Gentile per

descrivere il pensiero deriva da un adattamento del con-

cetto classico di divenire, come accade anche nell’hege-

lismo. Il concetto tradizionale di divenire viene deco-

struito, scisso da ogni riferimento a qualsivoglia sostrato

in movimento (substanzlos) o successione temporale e ri-

dotto a divenire senza diveniente, a divenire assoluto.

Gentile, per far comprendere il significato di una no-

zione così originale, ne parla in termini di «movimento

senza massa» (La riforma dell’educazione, Laterza, Bari

1920, p. 127).

Questo concetto di divenire viene utilizzato da Hegel e da

Gentile in risposta a differenti esigenze sistematiche, da

un lato quella di individuare l’assoluto immediato, dal-

l’altro quella di illustrare la processualità spirituale (la lo-

gica e il divenire hegeliano sono indicati da Gentile ap-

punto quali «spiegazione del conoscere»). In particolare

il divenire consente a Gentile di conferire plausibilità al

problematico rapporto di soggetto e oggetto, ritenuti con-

traddittori ma identici. Eppure il concetto è del tutto ana-

logo. 

Ragione per cui l’idealista Gentile poté a buon diritto, sul



punto specifico della dialettica, fregiarsi del titolo di ri-

formatore, cioè continuatore dell’hegelismo, anche se

preferì sottolineare principalmente il lato della disconti-

nuità.


Marco Berlanda

Filosofo, abilitato all'insegnamento

S

TUDI

Nuova Secondaria - n. 4 2016 - Anno XXXIV - ISSN 1828-4582

P

arlare della filosofia dell’arte di Giovanni Gentile



significa parlare di filosofia. Potrebbe sembrare

un’ovvietà, ma in effetti non è così: non abbiamo a

che fare, infatti, con una di quelle che Franco Volpi chia-

mava, con ironica preoccupazione, «filosofie al geni-

tivo», ma con la filosofia in quanto tale, con la filosofia

pienamente dispiegata. È Gentile stesso a sottolinearlo,

nella breve Prefazione anteposta al volume dedicato a La

filosofia dell’arte: «questo – egli scrive – vuol essere un

libro di filosofia. L’ho detto anche nel frontespizio per av-

vertire i rispettabili critici della terza pagina, che questo

libro non è per loro. So bene che in gran parte l’Italia este-

tica è nelle loro mani; e io non ho nulla a ridire, convinto

come sono che essi dicano con molto garbo cose molto in-

teressanti. Soltanto, con tutto il rispetto che ho per loro,

mi permetto d’esprimere il parere che la loro estetica non

sia filosofia: almeno di quella che sappia il fatto suo»

1

.



Filosofia

Ecco, La filosofia dell’arte – che, nato, come molti altri

scritti del filosofo di Castelvetrano, da un corso di lezioni,

tenuto in questo caso all’Università di Roma nel 1927-

1928, uscì in prima edizione nel 1931 presso l’Editore

Treves, e che costituisce davvero un “momento capitale”

nello sviluppo dell’attualismo

2

– è precisamente un libro



nel quale Gentile propone una filosofia che sa davvero il

fatto suo, declinata sotto il segno dell’esperienza arti-

stica, ma non per questo meno energica dal punto di vi-

sta speculativo. Quando affronta il problema estetico

Gentile, mantenendosi coerente con l’ispirazione origi-

naria del proprio discorso, non si rivolge solo a un aspetto

specifico del proprio sistema, ma riprende e approfondi-

sce tutti i problemi della filosofia attualistica la quale, con-

siderata dal particolare punto di vista dell’arte, finisce per

uscirne «alquanto mutata d’aspetto»

3

.

Gentile e la



filosofia dell’arte

Giorgio Brianese

1. La filosofia dell’arte, Treves, Milano 1931; Sansoni, Firenze 1975

3

, p. V. 



2. A. Negri, L’estetica di Giovanni Gentile, L’epos, Palermo 1994, p. 167.

3. La filosofia dell’arte, cit., p. V.

04_Layout 1  25/10/16  10:52  Pagina 28




29

Pensare filosoficamente l’arte significa anzitutto rendersi

conto che l’opera d’arte, ove se ne voglia cogliere la qua-

lità specifica non riducendola a semplice “cosa”, non va

intesa in modo empirico e naturalistico, come un oggetto

che se ne sta lì, fuori di noi, inerte, e che può essere

fruito, in modo più o meno consapevole, da questo o

quell’individuo qualora s’imbatta in esso. L’opera d’arte

appartiene invece, come ogni altra realtà degna di questo

nome, alla dinamica inesauribile del pensare, all’autoctisi

del pensiero pensante in atto. Questo significa anche che

quella estetica è esperienza (cioè sviluppo, divenire) pie-

namente umana e, per ciò, questione anche filosofica-

mente ineludibile: «Il problema dell’arte non è una cu-

riosità, ma un vero e proprio problema, o problema

filosofico, non è accidentale, ma necessario. E se ne oc-

cupa la filosofia, perché se ne occupano tutti gli uomini.

E non possono non occuparsene, perché […] l’arte ap-



partiene a ciò che vi è di più intimo all’uomo […]. E come

l’uomo non può spogliarsi di se stesso, così non può pri-

varsi dell’arte, e non può non trovarla dentro di sé come

un aureo filo intessuto alla trama della sua vita»

4

.

Sentimento



Quello dell’arte è dunque problema filosofico e, per ciò,

problema umano. Problema, ossia «ostacolo che il pen-

siero deve superare per procedere oltre in quello svolgi-

mento in cui è la sua vita, anzi il suo stesso essere»

5

. Un


modo come un altro per dire che l’arte (l’arte come espe-

rienza complessiva dello spirito, ma anche ogni singola

opera che l’agire dell’artista rende possibile), se è davvero

tale, non si realizza mai in modo astratto, ma sempre e

solo come momento del divenire inesauribile dello spirito,

ossia di quella verità concreta del pensare in atto – «la ve-

rità del pensiero nel pensare quello che pensa attual-

mente»


6

– che è divenire, storia, libertà, e dunque presenza

attuale: lo spirito «è svolgimento […]. Esso né fu in prin-

cipio, né sarà alla fine, perché non è mai: diviene. Il suo

essere consiste appunto nel suo divenire, che non può

avere né un antecedente né un conseguente, senza cessar

di divenire»

7

. Una sorta di sempre nuovo e dinamico pre-



sente nel quale anche l’opera d’arte vede liberamente la

luce: perché «la libertà ha il suo regno nel presente, non

nel passato. E il presente è l’atto, che l’attualismo ha sol-

levato energicamente al di sopra del fatto. La libertà!

Con la libertà c’è tutta la ricchezza della vita dello spirito;

senza libertà, non c’è nulla»

8

. Nulla, nemmeno l’arte.



Quest’ultima differisce dalla filosofia, poiché con essa

«non si estende il dominio del nostro sapere […]. Il regno

dell’arte è il regno dell’immediatezza, in cui lo spirito si

muove senza uscire ancora da sé e rimane con se stesso

[…]. Perciò l’arte è stata paragonata al sogno, in cui lo

spirito vede e non giudica»

9

. Essa non è propriamente un



sapere, bensì piuttosto un sentire; come tale è indefinibile

e, in certo senso, incomunicabile: è «un non so che»,

«qualche cosa, che ognuno sente e nessuno sa dire preci-

samente che cosa sia»

10

. Poiché un sentimento che di-



venga oggetto di conoscenza non è più tale, «è indubbio

che sentimento e pensiero sono inconciliabilmente ne-

mici: la tenebra e la luce»

11

. Di più: a ben guardare, il sen-



timento, che è linfa vitale dell’esperienza artistica, ha

una sorta di priorità persino rispetto al pensiero, come sug-

geriscono a esempio le parole con le quali si conclude La

filosofia dell’arte: «Il pensiero, sì, è la realtà, il mondo;

ma l’Atlante che regge questo mondo in cui si vive e in

cui vivere è gioia, è il sentimento, che ci fa talora cercare

le maggiori opere d’arte come fonti di vita, ma ci fa rien-

trare sempre in noi stessi ad assicurarci che il mondo si

regge saldamente sulle sue fondamenta»

12

.

Anche per questo è proprio il sentimento a costituire «il



concetto centrale della filosofia dell’arte attualistica»

13

.



Perché «chi dice sentimento dice pensiero, e chi dice

pensiero dice sentimento. Il pensiero non esce, non può

uscire mai da sé; ma dentro di sé incontra il sentimento:

è sentimento. Né pensiero potrebbe essere non essendo

sentimento. Il pensiero incontra in se medesimo il senti-

mento»

14

. Anche il sentimento, che anima il pensiero, è



per ciò intimamente dialettico e dinamico: «non è uno

stato, ma, anch’esso, è un processo, un movimento. C’è

in quanto prima non c’è e si forma e si acquista»

15

; anche



per questo Gentile può affermare che «l’arte è un mo-

mento ideale dello spirito, non è un’attualità storica»

16



Se non può essere pensato concettualmente, tuttavia, in ra-



gione della sua intima dialetticità il sentimento ha una af-

finità profonda con il divenire del pensiero: è un divenire

nel divenire, appartiene anch’esso al tutto che diviene in

modo inesauribile; anzi, in certo senso il sentimento si

identifica con il tutto medesimo, se è vero che «la storia

del sentimento è la storia di tutto lo spirito»

17



S



TUDI

Nuova Secondaria - n. 4 2016 - Anno XXXIV - ISSN 1828-4582

4. Ibi, pp. 5-6; corsivo mio.

5. Ibi, p. 13.

6. L’attualismo, a cura di G. Brianese, La Nuova Italia, Firenze 1995, p. 18. 

7. Ibi, p. 38.

8. Introduzione alla filosofia, Sansoni, Firenze 1981, p. 243.

9. Ibi, pp. 126-127.

10. La filosofia dell’arte, cit., p. 152.

11. Introduzione alla filosofia, cit., p. 42.

12. La filosofia dell’arte, cit., p. 321.

13. A. Negri, Giovanni Gentile, La Nuova Italia, Firenze 1975, vol. I.

14. Introduzione alla filosofia, cit., pp. 47-48, corsivo mio.

15. Ibi, p. 44.

16. Ibi, p. 131.

17. La filosofia dell’arte, cit., p. 181.

04_Layout 1  25/10/16  10:52  Pagina 29




Yüklə 1,16 Mb.

Dostları ilə paylaş:
1   ...   12   13   14   15   16   17   18   19   ...   59




Verilənlər bazası müəlliflik hüququ ilə müdafiə olunur ©genderi.org 2024
rəhbərliyinə müraciət

    Ana səhifə