14
P
ROBLEMI
P
EDAGOGICI E
D
IDATTICI
Nuova Secondaria - n. 4 2016 - Anno XXXIV - ISSN 1828-4582
il suo segno perché i miti, i riti s’insinuano nelle parole e
nei gesti che non conoscono i limiti del tempo. E essi
stessi riapparendo in più luoghi, lungo i secoli e i millenni,
danno la fede nell’eterno ritorno, anch’esso un mito che
nasce nella ripetizione dei gesti ed è proprio il rito –
come voleva Mircea Eliade – che serve a conforto del-
l’esistenza umana.
Miti, riti, tradizioni, proverbi che leggiamo testimoniati
dai nostri latini: un ponte di passaggio obbligato per ac-
cedere al passato e vedere in prospettiva i secoli mo-
derni. Apprendimenti preliminari.
L’analisi dei testi letterari
Poi, più tardi passeggeremo per le vie d’Europa scolpite
dai testi che si rincorrono e si rispecchiano e scopriremo
che Macbeth ripete la sua preghiera al Sonno: «balm of
hurt minds» (atto II , sc. II, v. 38) sull’eco del coro
dell’Hercules furens di Seneca (requies animi, v. 1067),
anch’esso ricco della suggestione del coro del Filottete di
Sofocle: «Sogno ignaro dei dolori, ἴθι, ἴθι μοι παιών» (v.
828) e della splendida Casa del Sonno che Ovidio de-
scrive nelle Metamorfosi: Somne, quies rerum, placidis-
sime Somne (11, 623). Questa preghiera al Sonno invaderà
la letteratura italiana almeno da Boccaccio fino a tutto il
’700 e si riverbererà nell’iconografia.
Ritroveremo quindi l’allegoria della rosa e della vergine,
ben prima del Roman de la Rose e suggerita da quell’at-
mosfera profumata del de rosis nascentibus e dai versi di
Annio Floro e altri ancora, significato raccolto fra gli al-
tri da Poliziano e da Ronsard.
Troveremo Eloisa, dentro il convento, che ricorda l’eros
vissuto con Abelardo con le parole che Ovidio fa tracciare
alla sua Saffo che scrive a Faone
(her. 15). Mentre qualche decen-
nio prima il significato soffocato
ma infiammato dell’amore al
femminile pure traluceva dalla
lettera di un’altra monaca: Co-
stanza d’Angers (sembra da scar-
tare l’ipotesi che fosse proprio il
destinatario il poeta Baudri,
abate di Bourgueil, a scriversi la
risposta ai suoi cenni di amor
spiritualis a lei inviati: siamo alla
fine dell’XI secolo). Costanza si
ispirava laicamente all’insupe-
rato Cantico dei Cantici, divul-
gatosi nella traduzione latina di
S. Girolamo. Il testo privo delle
sovrastrutture allegoriche ebrai-
che e cristiane è stato confrontato
con gli antichi canti di nozze dei Beduini.
Poi vedremo come Pope per Newton e Thomas Gray per
Locke ripetano l’elogio grande che Lucrezio scriveva per
Epicuro, quello stesso che con altrettanto afflato ed espli-
cita memoria entra nei versi della Ginestra di Leopardi.
Troveremo messo a esergo degli Opera omnia di Goethe
quell’Inno alla Natura sottratto all’amico Tobler che lo
aveva riscritto dopo aver tradotto l’inno orfico Alla Na-
tura, pervaso di affascinato slancio stoico per la
rerum na-
tura, incanto che brilla di luce propria nell’epistola 41 di
Seneca.
E ascolteremo Prigogine dialogare con Aristotele sul
tempo, come già Heidegger che ad Aristotele dedicava i
suoi corsi universitari sull’essenza del tempo. O Bergson
lettore di Agostino che trasmette a Proust e a Ungaretti
quel sentimento del tempo che conosce solo nella co-
scienza la sua realtà.
A questo meraviglioso immergerci nei dialoghi tra secoli
giungeremo solo quando avremo il bagaglio delle prece-
denti conoscenze e avremo avvertito la consapevolezza
con cui Platone significava la vita: la vita trascorre come
una fiaccola da padre in figlio durante una lampadoforia
(o staffetta con le lampade) e, traduceva piuttosto Lucre-
zio (senza far morire per questo la bellezza della vita che
è sempre un venire in luminis oras), in un perenne rin-
novarsi di aggregazioni di atomi. Allora capiremo che
cosa ha significato l’iniziazione da giovanissimi alla cul-
tura dai suoi primi gradini e apprezzeremo l’eredità di
pensieri ed emozioni che nel naufragio dei millenni ci è
rimasta, confortandoci di eterno.
Emanuela Andreoni Fontecedro
Università RomaTre
Abelardo ed Eloisa.
04_Layout 1 25/10/16 10:52 Pagina 14
15
P
ROBLEMI
P
EDAGOGICI E
D
IDATTICI
Nuova Secondaria - n. 4 2016 - Anno XXXIV - ISSN 1828-4582
L’
apprendimento è un processo dinamico, obbe-
diente a regole implicite ed esplicite, che fa co-
stantemente appello alla capacità di teorizza-
zione del soggetto in formazione.
L’umana capacità di apprendere si configura come una
sorta di sottointeso-implicito pedagogico, una condizione
che pone la stessa educabilità.
L’inaggirabilità della teoresi
nell’apprendimento
L’apprendimento, come luhmanniana disponibilità ad an-
dare incontro a cose nuove modificando i modelli di at-
tesa già imparati, non è un semplice out-put, una mera pre-
stazione, ma una premessa; non un presente di là da
venire, ma un futuro di volta in volta presente.
È inaggirabile l’ossatura, la struttura polimorfa e l’aper-
tura alla contaminazione trasversale di natura teoretica del
processo di apprendimento.
Attraverso la concezione di Gardner del bambino come
teorico in erba che apprende attraverso teorie, fino alla de-
nuncia da più parti operata del bisogno di una conoscenza
della conoscenza, ciò che emerge è la trasversalità della
teoresi nel processo di produzione, generazione, della
conoscenza e, ancora, ciò che s’impone alla riflessione è
come il valore educativo di ogni apprendimento sia de-
terminato da un impegno verso la verità e da un’azione
capace di fondere intellezione e assenso, intelletto e vo-
lontà. L’apprendimento così pensato non è una mera
azione immanente che nasce e culmina in se stessa, ma un
atto di contemplazione.
Apprendere è ricercare
È nel corso del Novecento che l’interesse della comunità
pedagogica si rivolge, sempre con maggior veemenza,
alle modalità non solo di produzione della conoscenza
(riflessione epistemologica in senso stretto), ma, in un’ac-
cezione più generale, allo studio di quella che, sulla scia
di Donata Fabbri, potremmo definire un’epistemologia
operativa, ovvero un’epistemologia ordinata a cogliere le
modalità attraverso le quali la mente prende corpo, im-
pegnata a rintracciare la costruzione delle strutture co-
gnitive e interessata all’elaborazione delle strategie d’uso
dell’intelligenza, alle
riformulazioni teoriche che sot-
tendo all’apprendimento.
Un apprendimento capace di riflettere sulle sue stesse ac-
quisizioni, sulle modalità e sugli antecedenti cognitivi che
ne costituiscono le condizioni di possibilità, capace di ri-
conoscere il ruolo della teoresi nella sua modulazione, non
è una mera procedura euristica, ma espressione della po-
tenzialità di ciascuno di custodire con lo sguardo (teoria)
il mondo attraverso di sé.
La riflessione metacognitiva, l’analisi dei meccanismi, dei
processi mentali, di quell’insieme di attività che presie-
dono al processo cognitivo, di quel complesso di teorie,
precomprensioni, convinzioni, credenze epistemologiche
radicate in ogni soggetto, diviene pedagogicamente cen-
trale per un’autentica comprensione dei processi di ap-
prendimento.
È sulla scorta di questa consapevolezza che Gardner si op-
pone alle prestazioni meccaniche, ritualistiche e conven-
zionali, fondate essenzialmente su modalità d’istruzione
e di valutazione, imperanti nelle scuole tradizionali, e ri-
vendica la necessità di realizzare un’educazione al com-
prendere frutto di competenze disciplinari capace di pro-
muovere forme di comprensione generative, profonde,
vere. Questo progetto diviene attualizzabile mediante il ri-
conoscimento del valore delle idee di quel teorico in erba
che è il bambino (queste non si dissolvono come vorrebbe
Piaget, ma vivono una sorta di esistenza sotterranea,
come un cavallo di Troia si riaffermano con forza dopo
essere rimaste a lungo quiescenti).
Il bambino, attraverso un’opera di esplorazione acquisi-
Teorici in erba. Apprendimento e
contemplazione
Paola Martino
L
A RIFLESSIONE METACOGNITIVA
,
IL CONOSCERE IL PROPRIO MODO DI CONOSCERE
,
MA ANCHE LE
PROPRIE CONOSCENZE INGENUE E IMPLICITE
,
È UN FATTORE DECISIVO E STRATEGICO NELLA PROMOZIONE
DI UN APPRENDIMENTO FRUTTO DELLA RICERCA PERSONALE E IMPEGNATO VERSO LA VERITÀ
.
04_Layout 1 25/10/16 10:52 Pagina 15