Fine della guerra e avvento del fascismo


dal 1928 acquisì compiti di rilevanza costituzionale



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Il Gran consiglio del fascismo dal 1928 acquisì compiti di rilevanza costituzionale, come la nomina dei candidati al parlamento e il suo parere era obbligatorio in importanti questioni, come la designazione del capo del governo e la successione al trono.

  • Il Gran consiglio rimase di fatto l’unico organo entro il quale fosse possibile una qualche dialettica politica: infatti sarà proprio il Gran consiglio a decidere, il 25 luglio 1943, la destituzione di Mussolini





  • 1925, patto di palazzo Vidoni: accordo tra la Confederazione nazionale dei sindacati fascisti (Edmondo Rossoni) e la Confindustria (che prese il nome di Confederazione nazionale fascista dell’industria)

    • 1925, patto di palazzo Vidoni: accordo tra la Confederazione nazionale dei sindacati fascisti (Edmondo Rossoni) e la Confindustria (che prese il nome di Confederazione nazionale fascista dell’industria)

      • Erano ammessi i soli contratti di lavoro stipulati dai sindacati fascisti (eliminazione di fatto di tutti gli altri sindacati);
      • i conflitti di lavoro dovevano essere decisi da un organo dello stato, la magistratura del lavoro;
      • lo sciopero fu proibito per legge (come anche la serrata)


    Ordinamento corporativo, enunciato nella Carta del lavoro del 1927: tutti i settori della produzione, del lavoro e delle professioni dovevano essere organizzati in corporazioni, cioè organismi che rappresentavano i diversi interessi ma che erano al tempo stesso inquadrati dallo stato  ogni conflitto doveva essere regolato dallo stato.

    • Ordinamento corporativo, enunciato nella Carta del lavoro del 1927: tutti i settori della produzione, del lavoro e delle professioni dovevano essere organizzati in corporazioni, cioè organismi che rappresentavano i diversi interessi ma che erano al tempo stesso inquadrati dallo stato  ogni conflitto doveva essere regolato dallo stato.

    • L’ordinamento corporativo di fatto non venne mai realizzato e si risolse in un assoluto predominio degli imprenditori e di un intreccio tra industria e stato



    Mussolini cerò di guadagnare al fascismo l’appoggio della Chiesa cattolica

    • Mussolini cerò di guadagnare al fascismo l’appoggio della Chiesa cattolica

    • l’11 febbraio 1929 il Regno d’Italia stipulò con la Santa Sede i cosiddetti Patti del Laterano, che sancirono la nascita dello stato della Città del Vaticano e proclamarono il cattolicesimo religione ufficiale dello stato italiano; la Chiesa riconosceva la sovranità dello stato italiano, con capitale Roma (chiusa definitivamente questione aperta nel 1870 – breccia di Porta Pia – 1871 – trasferimento della capitale da Firenze a Roma)



    Erano composti da tre documenti:

    • Erano composti da tre documenti:

    • Un trattato, con cui la Santa sede riconosceva la sovranità dello stato italiano, con Roma capitale, e lo stato riconosceva la sovranità pontificia sulla Città del Vaticano

    • La convenzione finanziaria, con cui lo stato versava al Vaticano una somma a titolo di indennità

    • Il Concordato, che regolava i rapporti stato-Chiesa: conferiva effetti civili al matrimonio religioso e proclamava la dottrina cattolica «fondamento e coronamento dell’istruzione pubblica», estendendone l’insegnamento anche nelle scuole secondarie. Inoltre, il Concordato garantiva autonomia all’Azione cattolica





    Nell’articolo “Fascismo” redatto nel 1932 per l’Enciclopedia Italiana, Mussolini, che lo aveva redatto, spiegava come il suo movimento si distingueva sia dal liberalismo, sia dal socialismo marxista

    • Nell’articolo “Fascismo” redatto nel 1932 per l’Enciclopedia Italiana, Mussolini, che lo aveva redatto, spiegava come il suo movimento si distingueva sia dal liberalismo, sia dal socialismo marxista

    • Alla base vi erano i concetti di Nazione e di Stato: La nazione non è una semplice situazione di fatto, bensì un risultato, coscientemente generato dall’azione dello stato

    • Lo stato può esercitare la propria azione di creatore e di promotore della grandezza della nazione solo nella misura in cui tutti i singoli componenti accettano di subordinare il proprio interesse personale a quello collettivo e le varie classi sociali cooperano tra loro invece di combattersi

    • Rifiuto del concetto di democrazia: gli stati e le nazioni possono trionfare solo se guidati da un élite



    Renzo De Felice: “Al contrario [dei regimi conservatori classici], il fascismo ha sempre teso a creare nelle masse la sensazione di essere sempre mobilitate, di avere un rapporto diretto con il capo (tale perché capace di farsi interprete e traduttore in atto delle loro aspirazioni) e di partecipare e contribuire non ad una mera restaurazione di un ordine sociale… bensì ad una rivoluzione dalla quale sarebbe gradualmente nato un nuovo ordine sociale migliore e più giusto di quello preesistente”

    • Renzo De Felice: “Al contrario [dei regimi conservatori classici], il fascismo ha sempre teso a creare nelle masse la sensazione di essere sempre mobilitate, di avere un rapporto diretto con il capo (tale perché capace di farsi interprete e traduttore in atto delle loro aspirazioni) e di partecipare e contribuire non ad una mera restaurazione di un ordine sociale… bensì ad una rivoluzione dalla quale sarebbe gradualmente nato un nuovo ordine sociale migliore e più giusto di quello preesistente”



    La meta ultima del fascismo (che pure reprimeva ogni forma di opposizione) era in realtà il consenso, o meglio la piena adesione al regime da parte del cittadino

    • La meta ultima del fascismo (che pure reprimeva ogni forma di opposizione) era in realtà il consenso, o meglio la piena adesione al regime da parte del cittadino

    • ogni ambito della vita del singolo cittadino italiano fu pervasa da elementi fascisti: scuola, spettacoli, cultura, sport si trasformarono tutti in canali di diffusione dell’ideologia fascista

    • Si diede massimo sviluppo alle organizzazioni educative fasciste e si predisposero imponenti raduni di massa, facendo leva più sull’immaginazione e sull’emozione, che sulla ragione (cfr Gustav Le Bon)

    • Mussolini e lo sport: http://www.youtube.com/watch?v=-6tqBnMq8HQ + http://www.youtube.com/watch?v=O1T1y1LP6BA



    L'Opera Nazionale Balilla (ONB) fu un organo del Partito Nazionale Fascista (PNF) a carattere parascolastico e paramilitare. Fondata nel 1926 come ente autonomo, l'ONB confluì, insieme ai Fasci giovanili di combattimento e ai Gruppi universitari fascisti (GUF), nella GIL (Gioventù Italiana del Littorio) a partire dal 1937.

    • L'Opera Nazionale Balilla (ONB) fu un organo del Partito Nazionale Fascista (PNF) a carattere parascolastico e paramilitare. Fondata nel 1926 come ente autonomo, l'ONB confluì, insieme ai Fasci giovanili di combattimento e ai Gruppi universitari fascisti (GUF), nella GIL (Gioventù Italiana del Littorio) a partire dal 1937.

    • La denominazione fu ispirata alla figura di Giovan Battista Perasso detto "Balilla", il giovane genovese che secondo la tradizione avrebbe dato inizio alla rivolta contro gli occupanti austriaci nel 1746: un'immagine di modello rivoluzionario cara al regime fascista.

    • http://www.youtube.com/watch?v=xf0UhIwuFFk



    Ottenuto non solo con la soppressione della stampa antifascista, ma anche con la creazione di enti appositi come quello radiofonico (EIAR) e quello cinematografico (Istituto Luce), quest’ultimo, alle dirette dipendenze di Mussolini, produceva i famosi cinegiornali che venivano per legge proiettati in tutte le sale prima dei film

    • Ottenuto non solo con la soppressione della stampa antifascista, ma anche con la creazione di enti appositi come quello radiofonico (EIAR) e quello cinematografico (Istituto Luce), quest’ultimo, alle dirette dipendenze di Mussolini, produceva i famosi cinegiornali che venivano per legge proiettati in tutte le sale prima dei film



    Attraverso il ministero della Cultura popolare (MinCulPop) si posero sotto controllo tutti gli aspetti della vita culturale.

    • Attraverso il ministero della Cultura popolare (MinCulPop) si posero sotto controllo tutti gli aspetti della vita culturale.

    • Il ministero aveva l'incarico di controllare ogni pubblicazione, sequestrando tutti quei documenti ritenuti pericolosi o contrari al regime e diffondendo i cosiddetti "ordini di stampa" (o "veline") con i quali s'impartivano precise disposizioni circa il contenuto degli articoli, l'importanza dei titoli e la loro grandezza.

    • Più in generale, questo ufficio, si occupava della propaganda, anche promuovendo opere cinematografiche.

    • Inizialmente capo del dicastero fu Galeazzo Ciano, che poi fu trasferito al Ministero degli Esteri e poi arrivò Alessandro Pavolini.

    • N.B. Nella Germania nazista, il suo ministero corrispondente verrà più semplicemente chiamato "Ministero della Propaganda", attivo fin dal 1933 e di cui Joseph Goebbels fu il responsabile.





    Il mito a cui consapevolmente il fascismo si rifà è quello di Roma: l’Italia sarebbe dovuta tornare alla potenza e alla egemonia che aveva posseduto in antichità

    • Il mito a cui consapevolmente il fascismo si rifà è quello di Roma: l’Italia sarebbe dovuta tornare alla potenza e alla egemonia che aveva posseduto in antichità

    • Ciò sembrò realizzarsi quando nel 1935-1936 venne conquistata l’Etiopia e Vittorio Emanuele III fu proclamato imperatore. Il consenso verso il regime toccò in quel momento il suo vertice

    • Mussolini decise allora di accelerare l’operazione di creazione dell’uomo nuovo fascista



    Con il termine guerra d'Etiopia o seconda guerra italo-etiopica (talvolta nota anche come guerra d'Abissinia o campagna d'Etiopia) ci si riferisce alla guerra condotta dal Regno d'Italia contro lo Stato sovrano dell'Impero d'Etiopia, a partire dal 3 ottobre 1935. La guerra si concluse, dopo sette mesi di combattimenti caratterizzati anche dall'impiego di armi chimiche da parte italiana, con l'invasione totale del territorio etiope e con l'assunzione della corona imperiale da parte di Vittorio Emanuele III (cosiddetta "Proclamazione dell'Impero"), il 9 maggio 1936.

    • Con il termine guerra d'Etiopia o seconda guerra italo-etiopica (talvolta nota anche come guerra d'Abissinia o campagna d'Etiopia) ci si riferisce alla guerra condotta dal Regno d'Italia contro lo Stato sovrano dell'Impero d'Etiopia, a partire dal 3 ottobre 1935. La guerra si concluse, dopo sette mesi di combattimenti caratterizzati anche dall'impiego di armi chimiche da parte italiana, con l'invasione totale del territorio etiope e con l'assunzione della corona imperiale da parte di Vittorio Emanuele III (cosiddetta "Proclamazione dell'Impero"), il 9 maggio 1936.

    • Con l'inizio della seconda guerra mondiale l'esercito britannico nel 1941, in pochi mesi e con la collaborazione della resistenza etiope, liberò il territorio, determinando il crollo del dominio italiano in Etiopia.



    Roma, manifestazione contro le sanzioni. Nello specifico si tratta di rappresentanze francesi ospiti a Roma.

    • Roma, manifestazione contro le sanzioni. Nello specifico si tratta di rappresentanze francesi ospiti a Roma.

    • Attaccando l'Abissinia, che era membro della Società delle Nazioni, l'Italia aveva violato l'articolo XVI dell'organizzazione medesima. Per questo motivo, la Società delle Nazioni condannò l'attacco italiano il 7 ottobre e il 18 novembre l'Italia venne colpita dalle sanzioni economiche imposte dalla Società delle Nazioni. Le sanzioni, peraltro, risultarono inefficaci perché numerosi paesi, pur avendole votate ufficialmente, mantennero buoni rapporti con l'Italia, rifornendola di materie prime. Tra questi la Germania. Inoltre, le sanzioni non riguardarono materie di vitale importanza, come ad esempio il petrolio. Gli Stati Uniti, pur condannando l'attacco italiano, ritenevano inappropriato che le sanzioni fossero state votate da nazioni con imperi coloniali come Francia e Gran Bretagna



    https://www.youtube.com/watch?v=gfMv9Vwk5fw (1 ora)

    • https://www.youtube.com/watch?v=gfMv9Vwk5fw (1 ora)

    • Nel 1938 furono introdotte anche in Italia le leggi razziali, con l’obiettivo di affermare l’idea di una superiorità razziale degli italiani.

    • Le leggi razziali fasciste sono un insieme di provvedimenti legislativi e amministrativi (leggi, ordinanze, circolari, ecc.) che vennero varati in Italia fra il 1938 e il primo quinquennio degli anni quaranta, inizialmente dal regime fascista e poi dalla Repubblica Sociale Italiana, rivolti prevalentemente – ma non solo – contro le persone di religione ebraica. Furono lette per la prima volta il 18 settembre 1938 a Trieste da Benito Mussolini dal balcone del Municipio in occasione della sua visita alla città.

    • L’antisemitismo fu un elemento tardivo del fascismo e non ebbe mai il ruolo centrale che rivesti nel nazionalsocialismo tedesco





    a partire dal settembre 1938, le leggi antiebraiche fasciste furono ugualmente molto pesanti e umilianti

    • a partire dal settembre 1938, le leggi antiebraiche fasciste furono ugualmente molto pesanti e umilianti

    • Gli studenti e insegnanti ebrei furono espulsi dalla scuola pubblica, a tutti gli ebrei venne vietato di prestare servizio militare, di ricoprire cariche pubbliche e di essere iscritti al PNF. Inoltre, come recitava un decreto del 17 novembre 1938, il matrimoniodei cittadini italiani di razza ariana [= europei bianchi] con persone appartenenti ad altra razza” era vietato.

    • https://www.youtube.com/watch?v=gfMv9Vwk5fw



    Carta del lavoro del 1927: unico sindacato legittimato a rappresentare il proletariato quello fascista, che rinunciava allo sciopero come strumento di lotta

    • Carta del lavoro del 1927: unico sindacato legittimato a rappresentare il proletariato quello fascista, che rinunciava allo sciopero come strumento di lotta

    • 1934 : legislazione sull’ordinamento corporativo: quale i datori di lavoro e i prestatori d’opera impegnati in un determinato settore economico venivano riuniti in un’unica organizzazione, la corporazione, il cui scopo era quello di comporre pacificamente le vertenze fra le parti sociali

    • ciò significava la cancellazione di ogni potere contrattuale effettivo dei lavoratori

    • Il corporativismo divenne un aspetto caratterizzante del fascismo, tanto che nel 1939 la Camera dei deputati (eletta per l’ultima volta nel 1929) fu sostituita dalla Camera dei fasci e delle corporazioni.



    Dal punto di vista economico la preoccupazione principale de regime era quella di ridare stabilità e forza alla moneta

    • Dal punto di vista economico la preoccupazione principale de regime era quella di ridare stabilità e forza alla moneta

    • L’obiettivo: cambio alla cosiddetta quota 90 (90 lire per una sterlina). Tale decisione provocò una forte limitazione del credito bancario, penalizzò gravemente le esportazioni e si coniugò con una pesante diminuzione dei salari; d’altro canto, la rivalutazione della lira garantì invece il valore dei risparmi dei ceti medi. Inoltre, la quota 90 permise l’importazione a minor costo delle materie prime essenziali all’industria.



    lanciata da Mussolini nel 1926

    • lanciata da Mussolini nel 1926

    • Nonostante a livello mondiale negli anni Venti i prezzi agricoli fossero in netto ribasso, il fascismo preferì puntare decisamente nella direzione del protezionismo e del raggiungimento dell’autosufficienza nel campo della produzione granaria (autarchia).

    • la produzione nazionale di grano salì a 60 milioni di quintali nel 1930 e toccò gli 80 nel 1939.

    • I risvolti negativi furono però numerosi: l’incremento della produzione di grano fu ottenuto mettendo a coltura cerealicola anche numerosi terreni in precedenza destinati a pascolo per l’allevamento o alla coltivazione di prodotti pregiati (come frutta e olive). Il prezzo del grano in Italia resto costantemente elevato (il 50% più alto che negli USA), obbligando la popolazione a una drastica riduzione dei consumi di grano pro-capite.







    La grande crisi economica del 1929 colpì anche l’Italia

    • La grande crisi economica del 1929 colpì anche l’Italia

    • La strada scelta dal regime per far fronte alla disoccupazione: massiccio intervento dello stato nel campo dell’economia

    • una politica di grandi spese per lavori di pubblica utilità, come la bonifica dell’Agro Pontino e le prime autostrade nel Nord

    • Istituiti , l’IMI (Istituto Mobiliare Italiano) e l’IRI (Istituto per la Ricostruzione Industriale). Nel primo caso, si trattò di una grande banca pubblica, incaricata di intervenire a sostegno delle industrie e delle banche coinvolte dalla crisi; a partire dal 1933, poi, tramite l’IRI, lo stato rilevò direttamente le aziende in difficoltà e ne assunse la gestione. Alla fine degli anni Trenta l’IRI possedeva il 44,5% del capitale azionario italiano. l’IRI è stato liquidato nel 2000. l’IMI nel 1991 si trasformo in Spa e nel 1998 su fuse con la banca Sanpaolo di Torino, dando vita a Sanpaolo IMI





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