Microeconomia


Gli spostamenti della curva di domanda



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Gli spostamenti della curva di domanda


Gli spostamenti della curva di domanda mostrano come in un mercato monopolistico non esiste una curva di offerta: in altre parole, non esiste una relazione univoca tra prezzo e quantità prodotta, perché la decisione di produzione del monopolista non dipende solo dal costo marginale, ma anche dalla forma della curva di domanda.
Gli spostamenti della curva di domanda, di solito, provocano variazioni sia del prezzo sia della quantità: in un settore perfettamente concorrenziale, a ogni dato livello di prezzo corrisponde una specifica quantità offerta, mentre non esiste una relazione analoga per il monopolista che, a seconda di come si sposta la curva di domanda, può offrire quantità diverse allo stesso prezzo, o la stessa quantità a prezzi diversi.
L’effetto di una tassa
Anche una tassa può avere sul monopolista un effetto diverso da quello che ha per un’impresa operante in un mercato concorrenziale.
In un regime di monopolio può accadere che il prezzo aumenti più dell’ammontare della tassa. Supponete che venga introdotta un’imposta specifica di ammontare t; il costo marginale e il costo medio dell’impresa aumentano dell’aumentare della tassa.
Graficamente, la curva di costo marginale si sposta verso l’alto in misura pari a t, intersecando la curva di ricavo marginale in un nuovo punto.
Questo spostamento provoca una diminuzione della quantità, e un aumento del prezzo di equilibrio. A volte il prezzo può aumentare di un ammontare inferiore alla tassa; nella figura 10.5 il prezzo aumenta più della tassa; ciò sarebbe impossibile in un regime di concorrenza perfetta, ma in un mercato monopolistico può accadere perché la relazione tra prezzo e costo marginale dipende dall’elasticità della domanda.



L’impresa con più impianti


La produzione di molte imprese è affidata a due o più impianti, i cui costi operativi possono differire. Supponiamo che un’impresa abbia due impianti: quale dovrebbe essere il suo prodotto totale, e come dovrebbe essere ripartito tra i due impianti?

  • Fase 1 Qualunque sia il prodotto totale, deve essere suddiviso tra i due impianti in modo che abbiano lo stesso costo marginale; in caso contrario l’impresa può ridurre il costo totale e aumentare il profitto ridistribuendo la produzione.

  • Fase 2 Sappiamo che il prodotto totale deve essere tale per cui il ricavo marginale è uguale al costo marginale, altrimenti l’impresa potrebbe accrescere il profitto aumentando o riducendo la quantità prodotta totale.




La figura 10.6 illustra questo principio per un’impresa con due impianti produttivi. C’1 e C’2 sono le curve di costo marginale dei due impianti. Nel grafico è tracciata anche la curva C’t ottenuta per somma orizzontale di C’1 e C’2. È ora possibile trovare i livelli ottimi di produzione Q1, Q2 e Qt: in primo luogo, individuiamo il punto di intersezione delle curve C’t e R’, in modo da determinare la quantità totale Qt; tracciamo poi un segmento orizzontale che unisce questo punto di intersezione all’asse delle ordinate: R’* rappresenta il ricavo marginale dell’impresa. Infine, dove il segmento appena tracciato interseca le curve di costo marginale C’1 e C’2, troviamo le corrispondenti quantità Q1 e Q2, che rappresentano la produzione di ciascun impianto.





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