Microeconomia


La discriminazione di prezzo di secondo grado



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La discriminazione di prezzo di secondo grado


In alcuni mercati ogni consumatore acquista, in un dato periodo, più unità dello stesso bene; pertanto il suo prezzo di riserva diminuisce all’aumentare della quantità acquistata (acqua, riscaldamento, elettricità). In tale situazione l’impresa può discriminare sulla base della quantità consumata. Tale strategia è detta discriminazione di prezzo di secondo grado e consiste nell’applicare prezzi diversi per diverse quantità dello stesso bene o servizio.
Un altro esempio di discriminazione di prezzo di secondo grado sono le tariffe scalari (o a scaglioni). Con una tariffa scalare, il consumatore paga prezzi diversi per diverse quantità del bene, suddivise in scaglioni. Se, per la presenza di economie di scala, il costo medio e il costo marginale dell’impresa sono decrescenti, l’autorità di regolamentazione può incentivare l’applicazione di tariffe scalari; così facendo, si sfruttano le economie di scala, si espande la produzione, si aumenta il benessere del consumatore e si accresce anche il profitto del produttore.



Alcuni esempi di discriminazione si secondo grado possono essere:



  • le forniture energetiche: il consumatore può attribuire grande importanza ai primi 100 Kwh/mese; oppure, in caso di tariffe a scaglioni, può esservi un contratto base a prezzo ridotto (per favorire fasce di popolazione a basso reddito) e prezzi superiori negli scaglioni succesivi per consumi più alti.

  • vendita di molteplici unità di prodotto a prezzo scontato rispetto all'acquisto singolo (il classico 3 x 2 del supermercato).



La discriminazione di prezzo di terzo grado


Una discriminazione di prezzo di terzo grado consiste nel segmentare i consumatori in due o più gruppi, ciascuno con una distinta curva di domanda. Questa è la forma prevalente di discriminazione di prezzo (prodotto simile con due marchi diversi, uno più economico e uno più costoso).
Se la discriminazione dei consumatori è attuabile, l'impresa come dovrebbe quale prezzo chiedere a ciascun gruppo?

  1. Qualunque sia il livello di produzione, la quantità totale dovrebbe essere suddivisa tra i gruppi di clienti in modo che i ricavi marginali per ciascun gruppo siano uguali. Se non lo fossero, allora l'impresa potrebbe aumentare il proprio profitto spostando la produzione da un gruppo all'altro, abbassando il prezzo per un gruppo ed aumentandolo per l'altro.

  2. La quantità totale deve essere tale che il ricavo marginale per ciascun gruppo di consumatori sia uguale al costo marginale di produzione. Se così non fosse, l'impresa potrebbe aumentare il profitto aumentando o diminuendo la quantità totale.

Il manager potrebbe pensare in termini di prezzi relativi che dovrebbero essere praticati a ciascun gruppo di consumatori. La valutazione dell'elasticità
della domanda è fondamentale per determinare il prezzo di vendita del proprio prodotto.

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