Dottrina sociale della chiesa



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IL LAVORO UMANO


Capitolo sesto del Compendio Dottrina Sociale della Chiesa

(trascritto con assoluta fedeltà)
I. CIO’ CHE INSEGNA LA BIBBIA
A. COLTIVARE E CUSTODIRE LA TERRA
Dio creatore del mondo - Invito a lavorare - Dominare significa coltivare e custodire -Dio ha creato ogni cosa a vantaggio della persona umana

(tra ogni sommario e il ‘numero’ che lo segue, dare mezzo punto di spazio in meno)

(255)La Bibbia presenta Dio come Creatore di tutte le cose.

Egli forma la persona umana simile a sé.

La invita a lavorare la terra e a custodire il giardino dell’Eden nel quale l’ha posta. (Vedi narrazione nel capo 2 della Genesi).



Al primo uomo e alla prima donna Dio dà il compito di sottomettere la terra e di dominare gli altri esseri viventi.

Ma il dominio della persona umana sugli altri esseri viventi non deve essere quello di un tiranno prepotente. Al contrario le persone umane devono coltivare e custodire i beni creati da Dio. (Vedi Gen. 2).

Uomini e donne non hanno creato questi beni, ma li hanno ricevuti come doni preziosi di Dio. Egli li ha affidati alla loro responsabilità.



Coltivare la terra significa non abbandonarla a se stessa.

Esercitare dominio su di essa significa averne cura, come un governante si prende cura della sua gente, come un pastore ha cura del suo gregge.

Dio, nel suo progetto, ha voluto che le cose da lui create – frutto della sua bontà - siano a vantaggio della persona umana. Il poeta che ha scritto le preghiere che noi chiamiamo ‘salmi’, esclama con stupore davanti alla grandezza che Dio ha dato alla persona umana: “Che cosa è mai la persona umana? Che cosa ha di così grande per far sì che Tu lo abbia nella tua mente e te ne prenda cura? L’hai fatto di poco inferiore agli angeli, lo hai incoronato di gloria e di onore. Gli hai dato potere sulle opere delle tue mani, hai posto tutto sotto il suo dominio” (Salmo 8).
Il lavoro non è punizione né castigo - Il peccato fu il desiderio di avere il dominio assoluto di ogni cosa -La colpa non cambia il progetto di Dio
(256)Il lavoro è la condizione normale dell’uomo. Non è né punizione né maledizione. Nel racconto della Bibbia si parla infatti del lavoro umano prima che si parli del primo peccato umano. Esso diventa fatica e pena a causa della colpa di Adamo e di Eva, che interrompono il loro rapporto di fiducia e di amicizia armoniosa con Dio.

La proibizione fatta loro da Dio di mangiare i frutti ‘dell’albero della conoscenza del bene e del male’ (Vedi Genesi 2,17) ricorda alla persona umana che essa ha ricevuto tutto da Dio come un dono. Ricorda che essa continua ad essere una creatura, non il Creatore.

Proprio questa tentazione che la Bibbia ricorda con le parole messe in bocca al serpente: “diventerete simili a Dio”, ha provocato il peccato di Adamo e di Eva (Vedi Genesi 3). Esso vollero avere il dominio assoluto di tutte le cose, ribellandosi alla volontà del Creatore. Da allora la terra si fa avara, ingrata, sordamente nemica.

Solo con il sudore della fronte sarà possibile trarne fuori il cibo,



Il progetto di Dio rimane però intatto, nonostante la ribellione delle prime creature umane. Il compito grande della persona umana, chiamata a coltivare e a custodire le creature di Dio, rimane inalterato.
Il lavoro va onorato, non idolatrato - Dio, non il lavoro, è il fine della vita umana - L’esigenza di giustizia viene prima dell’esigenza del guadagno
(257)Il lavoro deve essere onorato perché, come dice la Bibbia nel libro dei Proverbi, “mani pigre fanno impoverire, mani laboriose fanno arricchire". Il lavoro procura condizioni decorose di vita, è strumento valido contro la povertà.

Ma non si deve fare del lavoro un idolo, cioè di farne lo scopo della vita. E’ Dio, non il lavoro, la fonte e il fine della vita umana.

Chi è veramente sapiente ha come principio fondamentale il timore di Dio.



Se Dio è il fine della vita umana, l’esigenza della giustizia deve venire prima dell’esigenza del guadagno. Lo afferma la Bibbia ancora nel libro dei Proverbi: “Avere poco ma rispettare il Signore è meglio che possedere molte ricchezze ma non aver pace” (15,16). “Meglio poco, ma onestamente, che molto, ma ingiustamente” (16,8).

Il riposo del sabato è comandato da Dio - E’ un tempo di ricordo e di ringraziamento - E’ un baluardo contro la schiavitù del lavoro -E’ possibilità di partecipare al culto di Dio



(258)Il punto più alto di ciò che insegna la Bibbia sul lavoro è il comandamento del riposo nel giorno di sabato.

Alla persona umana obbligata a lavorare dalle necessità della vita, il giorno settimanale di riposo fa alzare la testa verso la libertà piena, quella che ci attende nella casa di Dio oltre la vita.



Il riposo dà alle persone umane la possibilità di ricordare e rivivere le grandi opere di Dio: dalla Creazione alla Redenzione realizzata da Gesù. Dà il tempo e la possibilità di riconoscere se stessi come opera di Dio, di ringraziarlo della vita che ci ha dato, dell’esistenza che ci dà.

Il riposo del sabato è un baluardo contro la tentazione di diventare schiavi del lavoro voluto da noi o dai nostri padroni, contro ogni forma di sfruttamento aperta o camuffata.

Il riposo del sabato è stato voluto da Dio perchè è possibilità di partecipare al culto di Dio, è difesa del povero, è protezione contro ogni forma di degenerazione antisociale del lavoro.

Il riposo sabbatico, leggiamo nel libro biblico dell’Esodo, poteva durare un anno intero. Era un esproprio dei frutti della terra a favore dei poveri e una soppressione dei diritti di proprietà dei padroni della terra: “Per sei anni coltiverai la tua terra e ne raccoglierai i frutti. Ma nel settimo anno non la lavorerai e la lascerai incolta. Quel che vi crescerà, lo mangeranno i poveri del tuo popolo e quel che rimane sarà divorato dalle bestie selvatiche. Devi fare lo stesso per le tua vigna e per il tuo oliveto” (23,10). Questa usanza nasceva da un’intuizione profonda: l’accumulazione delle proprietà da parte di alcuni, può diventare una sottrazione (un furto) nei riguardo di altri.

B.GESU’ L’UOMO DEL LAVORO





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