Dottrina sociale della chiesa


Gesù insegna ad apprezzare il lavoro - Condanna il servo poltrone - Afferma: “L’operaio ha diritto al suo salario”



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Gesù insegna ad apprezzare il lavoro - Condanna il servo poltrone - Afferma: “L’operaio ha diritto al suo salario”



(259) Gesù, nella sua predicazione, insegna ad apprezzare il lavoro. Ma prima ancora di cominciare a predicare, “diventato simile a noi in tutto, dedicò la maggior parte degli anni della sua vita sulla terra al lavoro manuale, nella bottega di Giuseppe a cui stava sottomesso, presso un banco di carpentiere”(Giovanni Paolo II).

Gesù condanna il comportamento del servo poltrone, che va a nascondere sotto terra il talento ricevuto dal padrone (Vangelo di Luca 2). Loda invece il servo fidato e prudente che il padrone, arrivando, trova intento a svolgere bene i suoi compiti (Vangelo di Matteo 24). Egli descrive la sua missione in questo mondo usando la parola ‘operare’. Dice: “Il Padre mio opera senza interruzione, e così faccio anch’io” (Vangelo di Giovanni 5). Descrive i suoi discepoli come ‘operai che lavorano nel campo a raccogliere la messe del Signore’ (Vangelo di Matteo 9). Questo campo è l’umanità da evangelizzare.

Per questi operai vale la norma generale che “l’operaio ha diritto al suo salario” (Vangelo di Luca,10). Essi possono giustamente abitare nelle case in cui sono accolti, e mangiare e bere quello che viene loro offerto (Vangelo di Luca 10).

Gesù insegna a non diventare servi del lavoro - I tesori della terra si consumano, quelli del cielo sono perenni - Il lavoro non deve preoccupare



(260) Nella sua predicazione Gesù insegna alle persone umane a non diventare servi, schiavi del lavoro. Devono preoccuparsi prima di tutto della loro anima. Lo scopo della loro vita non è guadagnare tutto il mondo ( Marco 8).

Infatti, i tesori della terra si consumano, mentre quelli del cielo sono perenni. In questi devono mettere la loro mente e il loro cuore (Matteo 6).

Il lavoro non deve dare affanno. La persona umana, se si lascia preoccupare e agitare da tante cose, rischia di non cercare il Regno di Dio e la sua giustizia ( Matteo 6). Di questo la persona umana ha veramente bisogno. Tutto il resto, compreso il lavoro, trova il suo posto, il suo senso, il suo valore solo se si realizza il Regno di Dio e si compie la giustizia voluta da lui.

Gesù lavora - Insegna che il sabato si deve dedicare a Dio e agli altri - Il lavoro permette di fare festa, pregustando il Sabato eterno di Dio



(261) Durante la sua missione terrena, Gesù lavora instancabilmente. Compie opere potenti per liberare le persone umane dalla malattia, dalla sofferenza e dalla morte.

L’Antico Testamento aveva indicato il sabato come il giorno della liberazione. Ma esso veniva osservato solo in maniera formale, e veniva quindi svuotato del suo vero significato. Gesù sottolinea il suo vero significato: “Il sabato è stato fatto per l’uomo, e non l’uomo per il sabato!”(Marco 2).

Egli compie guarigioni in quel giorno di riposo.

Con questi gesti di misericordia compiuto nel sabato, Egli proclama che il sabato è suo, e vuole che questo giorno non sia dedicato al lavoro, ma a Dio e agli altri.

Liberare dal male, manifestare la propria fraternità e condividere i propri beni è dare al sabato (e al lavoro che l'ha preceduto) il significato più alto. Il sabato infatti deve permettere alle persone umane di pensare e di incamminarsi verso il Sabato eterno, che celebreremo nella Casa del Padre. Il giorno di riposo diventa così anche giorno di festa, quella festa alla quale tende ogni cuore umano.



Il lavoro che precede il sabato, e che con i suoi frutti permette di fare festa, permette quindi alle creature umane di orientarsi, di tendere verso quella festa senza fine che sarà il Sabato eterno di Dio.

L’attività umana arricchisce e trasforma l’universo - L’universo non è un frutto del caos, ma un insieme ordinato e armonico - Il lavoro umano si trasforma in servizio a Dio



(262)L’attività umana arricchisce e trasforma l’universo. Essa può e deve far emergere le meraviglie nascoste nel creato. Il Vangelo di Giovanni (capo 1,3) afferma che queste meraviglie sono state create da Dio per mezzo del Verbo, cioè del suo Figlio. (…)

L’universo non è quindi un ammasso frutto del caos, ma un ‘cosmo’, cioè un insieme ordinato e armonico. Le persone umane devono scoprire il suo ordine, assecondarlo e portarlo alla perfezione. (…)

Il lavoro umano si trasforma in servizio alla grandezza di Dio quando mette in luce, con una progressione crescente, le ‘infinite ricchezze di Cristo’

presenti nella creazione.



Il lavoro è una componente fondamentale della vita – E’ mezzo per diventare veri Cristiani – E’ manifestazione della piena umanità



(263)Il lavoro è una componente fondamentale della vita umana. La persona che lavora partecipa non solo all’opera divina della creazione, ma anche alla redenzione operata da Gesù. Chi porta la stancante fatica del lavoro in unione con Gesù, coopera con Lui alla sua opera che redime il mondo, cioè che lo salva dal male. Chi lavora in unione con Lui si fa suo discepolo, portando la Croce ogni giorno nell’attività che deve compiere.

Il lavoro, pensato e realizzato così, è un mezzo per diventare santi, cioè veri Cristiani. E’ pure un mezzo per dare un’anima, uno spirito cristiano alle realtà terrene.

Pensato a realizzato così, il lavoro diventa manifestazione della piena umanità della persona umana, che vive nella storia ma è orientata verso la Patria divina che verrà. La sua azione libera e responsabile testimonia la sua intima relazione con Dio Creatore, di cui compie l’opera sulla terra. Ogni giorno combatte contro il peccato che cerca di sfigurare l’opera di Dio, e si guadagna il pane con il sudore della fronte


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